Oggi, 15 giugno, è il gran giorno della riunione della BCE. L’indebolimento del contesto macroeconomico e la riduzione dell'inflazione non dovrebbero condizionare più di tanto l’istituto guidato da Christine Lagarde, che secondo il consenso metterà in campo una nuova stretta sui tassi di interesse di Eurolandia.
A circa un anno dall’avvio, il processo di normalizzazione del costo del denaro di Eurolandia inizia a farsi sentire sull’economia: partito dai PMI (Purchasing Managers Index), in particolare da quelli del manifatturiero, il rallentamento si è trasferito al settore del prestiti ed è stato certificato dagli ultimi dati relativi l’andamento della crescita economica che, negativa per due trimestri consecutivi, è sfociata in recessione tecnica.
Anche dall’inflazione sono arrivate indicazioni che testimoniano l’impatto delle misure prese a Francoforte: il dato preliminare sull’andamento dei prezzi al consumo nel mese di maggio è sceso dal 7 al 6,1% nel caso dell’indice completo e dal 5,6 al 5,3 per cento in versione “core”, quella depurata dalle componenti più volatili. Andando a guardare le aspettative di inflazione, la sensazione è che questa si sia radicata e che il dato di Eurolandia nei prossimi mesi sia destinato a sovraperformare quello statunitense.
Riunione BCE oggi: analisti concordi, è in arrivo una nuova stretta
Come spesso accaduto in passato, anche l’ultima ondata inflazionistica è stata innescata dalla crescita dei prezzi di alimentari ed energetici che si è poi riversata sulle componenti “core”, facendo diventare l’inflazione “appiccicosa” (sticky). Di conseguenza, la Banca Centrale Europea nella riunione di oggi, 15 giugno 2023, si trova “costretta” a drenare liquidità per privare l'inflazione della sua materia prima.
Gli esperti sono concordi nel pronosticare che, in linea con quanto fatto a maggio ( Decisioni BCE: +0,25% per i tassi, per Lagarde non è una pausa), oggi la banca guidata da Christine Lagarde varerà una nuova stretta da 25 punti base che dovrebbe portare il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale al 4%. Per Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, la decisione è coerente con “pressioni di fondo sui prezzi che rimangono forti” e giustificata dal fatto che “l'economia dell'area dell'euro sembra resiliente, l'inflazione rimane troppo alta e il mercato del lavoro eccezionalmente rigido”.
“Nonostante il fatto -ha detto Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors- che l’Eurozona sia entrata in recessione tecnica, le pressioni inflazionistiche persistono, e la Bce deve continuare ad inasprire le politiche monetarie per preservare la propria credibilità e ancorare le aspettative di inflazione sul mercato”.
BCE: quali le prossime mosse?
Thozet ha inoltre rilevato che “Christine Lagarde è riuscita (finora) a completare il proprio ciclo di stretta monetaria senza che si materializzassero crepe nel sistema, anche se un anno fa si diceva che l’UE fosse l’area meno pronta ad affrontare un ciclo di inasprimento”. Secondo Dixmier, alla stretta che sarà annunciata ne seguirà una pari entità nel meeting di luglio. Dello stesso avviso anche Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac; “è probabile che anche la riunione di luglio veda un rialzo dei tassi di deposito di 25 bps da parte della BCE, forse per l'ultima volta, se la tendenza disinflazionistica sarà confermata”.
Veit di PIMCO ritiene invece che la forward guidance sarà piuttosto scarna: “ci aspettiamo che la BCE si astenga dal fornire indicazioni forti oltre giugno, ma che il Consiglio direttivo indichi l'intenzione di aumentare ulteriormente i tassi di interesse”.
Guillermo Felices, Global Investment Strategist di PGIM Fixed Income, stima che “la BCE potrebbe essere più vicina al picco dei tassi del ciclo di quanto il mercato pensi”.
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