Come di consueto, alle 20 italiane la Federal Reserve oggi annuncerà la sua decisione in merito ai tassi di interesse USA. Le indicazioni arrivate ieri dal fronte macroeconomico hanno evidenziato un marcato rallentamento dell’indice dei prezzi al consumo dal 4,9 al 4% annuo, inferiore al +4,1% atteso dagli analisti. Per il dato si tratta della lettura minore dal marzo 2021 e di un risultato che è meno delle metà rispetto al picco del 9,1% toccato a giugno.
E, rilevano gli analisti, trattandosi di una media, il CPI (Consumer Price Index) statunitense tende a nascondere il fatto che, nelle maggiori città degli Stati Uniti, la contrazione dei prezzi è decisamente maggiore: in 6 delle 11 aree metropolitane è stato registrato un tasso di inflazione tendenziale inferiore al 3,5% (ed i prezzi dei beni durevoli si confermano in deflazione). Più tenace invece il dato “core”: al netto delle componenti più volatili, l’inflazione è passata dal 5,5 al 5,3 per cento. A sostenere l’indice depurato è la componente affitti e quella relativa i prezzi delle auto usate.
Un’altra componente rialzista per i prezzi al consumo è rappresentata dalla forza del mercato del lavoro. Il saldo delle buste paga nei settori non agricoli a maggio è risultato positivo per 339 mila unità, decisamente maggiore rispetto alle 190 mila unità del consenso. La crescita del tasso di disoccupazione, passato dal 3,4 al 3,7%, finisce per rappresentare una prova del miglioramento delle condizioni dei lavoratori perché innescato dall'aumento del numero di persone in cerca di un’occupazione. Oggi ogni americano che è alla ricerca di un’occupazione ha a sua disposizione 1,8 posti vacanti, contro gli 1,2 posti che secondo gli studiosi non alimentano la corsa dei prezzi. Ma andiamo a vedere cosa aspettarci dal meeting della Federal Reserve in calendario oggi.
Federal Reserve oggi: cosa attendersi dal meeting del 14 giugno
Il contesto macroeconomico, l’avvicinarsi della fine del ciclo di normalizzazione dei tassi e le recenti tensioni che hanno coinvolto il settore finanziario fanno ritenere che la Federal Reserve oggi confermerà il tasso sui Fed Funds al 5-5,25%. Il CME FedWatch Tool assegna una probabilità del 95,3% a questa ipotesi (72,5% una settimana fa).
Secondo Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, “a fronte della forza dei recenti dati economici, da un lato, e dei lunghi e variabili lag tra le decisioni di politica monetaria e i loro esiti, dall’altro, ci aspettiamo che la Fed adotti un approccio attendista”. “Ciononostante, i toni di mercoledì dovrebbero essere hawkish, per evitare che si pensi che il lavoro sia concluso quando l'inflazione sottostante non è ancora scesa al di sotto del 5%”.
Insieme ad una pausa, Franck Dixmier, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, si attende anche “un atteggiamento da falco per lasciare aperte tutte le opzioni, compresa quella di un ulteriore rialzo nei mesi a venire”.
Uno stop temporaneo, con annesso approccio “hawkish”, è atteso anche da Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, e da Paul Donovan di UBS, secondo cui “si prevede che nel meeting di oggi la cantilena dell’alzare, alzare, alzare, sarà messa in pausa”. “Con una politica già restrittiva, sembrano appropriati rialzi più distanziati”, sottolinea Blerina Uruci, Chief US Economist di T. Rowe Price.
Federal Reserve: quali le prossime mosse?
Oggi la Federal Reserve diffonderà anche le nuove stime: dai dot plot, le stime sui tassi dei membri del board, potrebbe emergere un altro rialzo nel 2023. “Resto fermamente convinta -ha detto Uruci- che l'allentamento della politica monetaria non sia previsto per quest'anno e che la prossima mossa sarà più probabilmente un rialzo che una pausa”. “Il ‘salto’ di oggi -ha detto Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel- non sarà da considerare come la fine del ciclo di rialzi dei tassi, soprattutto a causa dell’inflazione”.
Paul Kim, Credit Analyst di TwentyFour Asset Management (Vontobel Boutique), ritiene invece che la Fed potrebbe decidere di sfruttare il fattore tempo: “con l'inflazione in discesa e il tasso sui Federal Funds ancora in territorio restrittivo, la Fed potrebbe essere propensa a lasciare che le sue azioni si realizzino attraverso ‘ritardi’ ". Anche per Kevin Thozet, membro del Comitato Investimenti di Carmignac, a Jerome Powell conviene adottare un approccio più attendista. “È nell'interesse della Fed aspettare e vedere se i servizi seguiranno il rallentamento del settore manifatturiero, se il recente rimbalzo del settore immobiliare sarà confermato e, soprattutto, se il mercato del lavoro alla fine mostrerà segni di affaticamento”.