Riunione BCE oggi: tasso sui depositi scende al 3,5% | Investire.biz

Riunione BCE oggi: tasso sui depositi scende al 3,5%

12 set 2024 - 10:00

12 set 2024 - 15:19

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La BCE ha deciso di ridurre di 25 punti base il tasso di interesse sui depositi presso la Banca centrale. Limate le stime di crescita

Riflettori puntati sulla riunione BCE in calendario per oggi, 12 settembre 2024. Come di consueto, alle 14:15 l’Istituto guidato da Christine Lagarde ha diffuso il comunicato in cui presenta la decisione e tra mezz’ora sarà la volta della conferenza stampa della presidente, Christine Lagarde. 

 

Riunione BCE oggi: i punti salienti del comunicato

  • Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale al 3,5%.
  • I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,65% e al 3,90%.
  • Secondo gli esperti l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno. L’inflazione dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno.
  • L’inflazione interna resta elevata in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto
  • La BCE stima un tasso di crescita economica dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, con una lieve revisione al ribasso rispetto alle proiezioni di giugno.
  • Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. 

 

Riunione BCE oggi: il comunicato dell'Eurotower

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, tasso mediante il quale orienta la politica monetaria. Sulla base della sua valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è ora opportuno compiere un altro passo nella moderazione del grado di restrizione della politica monetaria.

I dati recenti sull’inflazione rispecchiano sostanzialmente le attese, e le ultime proiezioni degli esperti della BCE confermano le prospettive di inflazione precedenti. Secondo gli esperti l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno. L’inflazione dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dei prezzi dell’energia non incideranno più sui tassi calcolati sui dodici mesi. Dovrebbe poi diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo nella seconda metà del prossimo anno. Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, le proiezioni per il 2024 e il 2025 sono state riviste lievemente al rialzo, poiché i rincari dei servizi sono risultati maggiori delle aspettative. Al tempo stesso, gli esperti della BCE continuano ad attendersi un rapido calo dell’inflazione di fondo, dal 2,9% di quest’anno al 2,3% nel 2025 e al 2,0% nel 2026.

L’inflazione interna resta elevata in quanto i salari continuano a crescere a un ritmo sostenuto. Tuttavia, le pressioni sul costo del lavoro si stanno allentando e i profitti stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione dell’aumento delle retribuzioni. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e l’attività economica resta contenuta, di riflesso alla debolezza dei consumi privati e degli investimenti. Le proiezioni degli esperti della BCE indicano un tasso di crescita economica dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, con una lieve revisione al ribasso rispetto alle proiezioni di giugno, principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri.

Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione al suo obiettivo del 2% a medio termine. Manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.

Come annunciato lo scorso 13 marzo, saranno introdotte alcune modifiche all’assetto operativo per l’attuazione della politica monetaria a partire dal 18 settembre. In particolare, il differenziale tra il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi presso la banca centrale sarà fissato a 15 punti base. Il differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali rimarrà invariato a 25 punti base.

 

Tassi di interesse di riferimento della BCE
Il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale, ossia il tasso mediante il quale orienta la politica monetaria. Inoltre, come annunciato lo scorso 13 marzo a seguito del riesame dell’assetto operativo, il differenziale tra il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e il tasso sui depositi presso la banca centrale sarà fissato a 15 punti base. Il differenziale tra il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali e quello sulle operazioni di rifinanziamento principali rimarrà invariato a 25 punti base. Pertanto, il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale sarà ridotto al 3,50%. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 3,65% e al 3,90%. Le modifiche entreranno in vigore il 18 settembre 2024.

Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Riguardo al Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (pandemic emergency purchase programme, PEPP), l’Eurosistema non reinveste più tutto il capitale rimborsato sui titoli in scadenza, riducendo il portafoglio di 7,5 miliardi di euro al mese, in media. Il Consiglio direttivo intende terminare i reinvestimenti nel quadro di tale programma alla fine del 2024.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Operazioni di rifinanziamento
A fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

***

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.

La Presidente della BCE illustrerà i motivi di tali decisioni nella conferenza stampa che avrà luogo questo pomeriggio alle 14.45 (ora dell’Europa centrale). 

 

 

Le attese degli analisti

Se, come emerso dalle minute, il taglio messo in campo a giugno è stato adottato più per rispettare gli annunci fatti in precedenza che per reali necessità del contesto macroeconomico, nella riunione della BCE di oggi sarà diverso. 

La riduzione del costo del denaro che dovrebbe essere varata oggi sarà realizzata sulla base di solide indicazioni macroeconomiche: da un lato l’inflazione è ormai sotto controllo, dall’altro la crescita delle economie di Eurolandia, ed in particolare quella del suo motore, la Germania, segnala che è arrivato il momento - anche alla luce del fatto che in genere le politiche monetarie necessitano di diversi mesi per produrre effetti - di fare qualcosa. 

Ci aspettiamo che il Consiglio Direttivo della BCE possa diminuire i tassi sui depositi di 25 bps (basis points) dal 3,75% al 3,50% e quelli sulle operazioni di rifinanziamento principale di 60 bps 4,25% al 3,65% (dopo la decisione di marzo di ridurre il corridoio tra i tassi DFR e MRO da 50 punti base a 15 bps)”, ha detto Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

Per quanto riguarda le proiezioni economiche, Michael Krautzberger, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, stima che la BCE oggi “tagli i tassi di altri 25 punti base e che riveda al ribasso le proprie previsioni sulla crescita e l’inflazione per il 2024 e 2025”.

“Abbiamo ridotto - evidenzia un team di economisti di Schroders - le nostre previsioni di crescita del Pil dell'Eurozona allo 0,8% quest'anno e all'1,3% nel 2025, rispettivamente dallo 0,9% e dall'1,8%. Nel breve termine, il PMI composito dell'Eurozona è calato ancora a una media di 50,7 a luglio e agosto, da 51,5 nel secondo trimestre, il che è coerente con un rallentamento della crescita del Pil allo 0,2% circa su base trimestrale nel terzo trimestre”.

 

 


Zona Euro: preoccupa l'andamento dell'inflazione servizi

Anche se dalla riunione della BCE potrebbero arrivare indizi sulle intenzioni del Consiglio Direttivo per i prossimi meeting (BCE: calendario e date delle riunioni e meeting 2024), “non ci aspettiamo - continua Diodovich - un ripristino della forward guidance. L’atteggiamento della BCE rimarrà dipendente dai dati macro”. 

“Nonostante i crescenti segnali di una perdita di slancio dell'economia dell'area dell'euro, la continua tenuta dell'inflazione dei servizi - ha rilevato Katharine Neiss, Chief European Economist di PGIM Fixed Income - probabilmente frenerà l'entusiasmo della BCE nei confronti di tagli aggressivi dei tassi. Pertanto, c'è un ostacolo da superare affinché la BCE tagli i tassi in ottobre”. A fronte di un +2,2% annuo del dato “headline”, dal 2,5% di luglio, l’inflazione nel settore dei servizi nell’ultima rilevazione si è attestata al 4,2%. Di conseguenza, l’esperta stima “un taglio di 25 punti base, seguito da una pausa in ottobre e da un ulteriore taglio in dicembre, che porterà i tassi al 3,25% entro fine anno”.

Secondo gli economisti di Schroders, “il Consiglio direttivo taglierà i tassi di 25 pb per altre quattro volte a cadenza trimestrale, prima di concludere il ciclo di allentamento a metà del 2025, così da contenere le sottostanti pressioni sui prezzi”. 

 

 

 

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