Dopo otto tagli consecutivi per un totale di 200 punti base, nella riunione della BCE di domani 24 luglio l'istituto guidato da Christine Lagarde dovrebbe optare per una pausa. Come evidenzia Kevin Thozet di Carmignac, “la BCE ha portato i tassi in una fascia considerata neutrale tra l’1,75% e il 2,25%, in un contesto che appare né troppo espansivo né troppo restrittivo”.
A giugno, il Consiglio Direttivo dell'Eurotower ha ridotto di 25 punti base i tre saggi di riferimento: i tassi di interesse sui depositi presso la Banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale sono stati rispettivamente portati al 2%, al 2,15% e al 2,40%.
Anche Filippo Diodovich di IG Italia stima un costo del denaro stabile sottolineando che “la BCE manterrà un atteggiamento cauto e dipendente dai dati”, coerente con quanto affermato da Christine Lagarde e altri membri del Consiglio direttivo. Per Diodovich, i mercati scontano un solo o al massimo due ulteriori tagli nel 2025, con settembre come mese più probabile per una prossima mossa.
Inflazione sotto controllo, focus sull'euro
Il quadro inflazionistico nell’Area Euro appare in progressiva normalizzazione. Karsten Junius di J. Safra Sarasin osserva come “l’inflazione complessiva sia in linea con l’obiettivo del 2% e quella core solo lievemente superiore”. Particolarmente rilevante è il rallentamento dell’inflazione dei servizi, recentemente scesa al 3,3%.
Il ritorno alla stabilità pre-Covid nella dispersione dei dati tra i Paesi membri rafforza l’idea che la BCE abbia raggiunto un equilibrio. Tuttavia, Junius invita alla prudenza: la politica monetaria potrebbe rimanere neutrale anche in caso di ulteriori tagli, purché giustificati da rischi esterni o da un euro eccessivamente forte.
È proprio il tasso di cambio a rappresentare uno dei principali fattori di attenzione per la BCE. L’apprezzamento dell’euro, sommato alla possibilità di una guerra commerciale transatlantica, rischia di inasprire le condizioni finanziarie e frenare le esportazioni.
Fondamentale, dunque, sarà il tono della conferenza stampa post-riunione, soprattutto per gli operatori valutari: “un atteggiamento neutrale o lievemente hawkish - rileva Diodovich - potrebbe sostenere l’euro, mentre un tono più dovish potrebbe riportarlo verso i minimi recenti”.
Riunione BCE: nuovo taglio dei tassi a settembre?
Con l’inflazione sotto controllo e la crescita che resta debole ma non recessiva, la BCE si trova nella posizione – rara – di poter attendere senza dover agire con urgenza. Come sottolinea Harvey Bradley di BNY Mellon, “non ci aspettiamo novità sui tassi in questa riunione, ma un mantenimento del linguaggio prudente con apertura a nuovi tagli se i dati lo richiederanno”.
David Chappell di Columbia Threadneedle Investments evidenzia come “l’attuale livello dei tassi potrebbe rappresentare solo una pausa temporanea lungo un percorso ancora in evoluzione”. In altre parole, la BCE ha mantenuto margine di manovra per reagire a eventi esogeni, senza vincolarsi a un ciclo di allentamento predefinito.
La possibilità di un taglio a settembre resta concreta (BCE: il calendario completo delle riunioni per il 2025). Thozet suggerisce che “la probabilità di un taglio a settembre è superiore rispetto al consensus di mercato”, soprattutto se le importazioni cinesi a basso costo – dirottate dagli USA – continueranno a mantenere l’inflazione sotto il target.