Interrompendo la sequenza di riduzioni iniziata ad agosto dello scorso anno, la Bank of England (BoE) nella riunione di domani dovrebbe lasciare invariati i tassi d’interesse al 4% (Calendario riunioni BoE 2025: i meeting della Bank of England).
La decisione arriva in un contesto di inflazione ancora quasi doppia rispetto al target del 2% e con il bilancio autunnale previsto per il 26 novembre che potrebbe influenzare le scelte della politica monetaria. Vediamo tutti i dettagli.
Riunione BoE 6 novembre 2025: cosa aspettarsi dalla Bank of England
I mercati si aspettano che il Monetary Policy Committee (MPC) domani confermi i tassi di interesse, nonostante alcuni operatori di mercato ipotizzino un taglio di 25 punti base. L’ultimo dato sull’inflazione, pubblicato dall’Office for National Statistics (ONS), ha riportato una crescita dei prezzi stabile al 3,8%, leggermente sotto le attese.
Anche l’inflazione "core" è diminuita e la crescita salariale ha rallentato nei tre mesi fino ad agosto, elementi che potrebbero incoraggiare una futura riduzione del costo del denaro. Tuttavia, secondo Bloomberg Economics, “la Banca centrale vorrà valutare prima il contenuto del bilancio del governo prima di procedere a ulteriori allentamenti".
Ci aspettiamo che i tassi non vengano tagliati nuovamente fino a quando non si vedrà un chiaro trend al ribasso dell’inflazione, probabilmente entro aprile. I rischi restano orientati verso una riduzione anticipata, forse già a dicembre o a febbraio”.
Il governatore Andrew Bailey ha sottolineato l’incertezza sul timing del prossimo taglio, mentre la cancelliera Rachel Reeves deve presentare un bilancio che potrebbe includere nuove tasse sulle famiglie, aggiungendo pressione su un’economia già debole.
Alcuni analisti, tra cui quelli di Goldman Sachs e Barclays, prevedono un possibile taglio di 25 punti base, ma la maggioranza degli operatori scommette su una pausa, con circa un quarto dei trader che vede realisticamente una riduzione immediata.
La BoE si trova quindi a un bivio: bilanciare la necessità di contenere l’inflazione con l’opportunità di stimolare una crescita debole, in attesa delle decisioni fiscali del governo.