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UBS: potenzialità per un oro a 1.800 dollari l’oncia
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A spingere le quotazioni è la paura del coronavirus
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Venti a favore: banche centrali, debito in aumento e incertezza sulla crescita
Indubbiamente l’oro ha registrato un rialzo molto forte in queste ultime sedute.
I venti a favore
Complice le politiche di supporto delle banche centrali ma anche una situazione internazionale ancora incerta, le quotazioni del metallo giallo si sono rese protagoniste di un rialzo interessante. A questo, inoltre, si deve aggiungere un’ampia volatilità dei mercati che ha spinto gli investitori a trovare una sicurezza nell’acquisto di oro, bene rifugio per eccellenza. Non più tardi della settimana scorsa il World Gold Council ha pubblicato il consueto report sui trend di domanda dell’oro del primo trimestre 2020. Ebbene dall’analisi si deduce facilmente che il primo fattore ad aver influenzato l’andamento è stato il coronavirus. Da qui il già citato rally.
La view di Ubs
Rally che, a sua volta, ha attirato l’attenzione di molti esperti del settore. Tra gli altri anche quelli di UBS che hanno confermato la possibilità, per il lingotto, di arrivare anche a 1.800 dollari l’oncia. Attualmente le quotazioni superano di poco i 1.700 dollari l’oncia. Questo il parere di Joni Teves di UBS Investment Bank che guardando al prezzo dell’oro spot di circa $ 1.698 per oncia, (+12% da inizio anno) parla di un target di $1800. Il metallo giallo, infatti, ne avrebbe adesso tutte le potenzialità. E nel breve? Teves parla di un target indicativo per l’oro di $ 1.790 l’oncia circa. In realtà l’interesse di Ubs sull’oro si era già manifestato a metà aprile.
Oro: strumento di diversificazione
In quel periodo, infatti, la banca centrale Usa aveva implementato la sua azione di sostegno alle aziende includendo acquisti anche su obbligazioni high yield e gli Etf che investono in bond ad alto rendimento. In quest’ultima parte, però, a spingere agli acquisti, come detto, è principalmente il coronavirus. Andando a guardare più nel dettaglio si comprende come, alla base di tutti, ci sia l’incertezza dettata da una crescita futura molto bassa e da un’evoluzione della pandemia ancora ignota. Partendo da questo scenario, quindi, gli investitori guardano all’oro sia come bene rifugio ma anche come possibile strumento di diversificazione.
Paura del debito
Anche perché per combattere la crisi economica da coronavirus molti governi hanno dato vita ad azioni di finanziamento e sostegno molto ampie a lavoratori ed aziende. Si tratta, però, di misure che hanno anche la conseguenza di aumentare in maniera esponenziale il debito. Parallelamente, sempre a causa delle strategie delle banche centrali, il costo del denaro viene abbassato nuovamente. Un mix che porta quindi le preferenze degli investitori verso il re dei metalli preziosi. A tutto vantaggio delle quotazioni.
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