Un dramma che nessuno si aspettva: 4 morti e 52 arrestati. Ieri sera si è consumata una delle pagine più nere di tutta la storia politica degli Stati Uniti. La vittoria democratica nei due seggi al Senato della Georgia ha scatenato l'inferno. Una schiera di sostenitori di Trump ha assaltato il Congresso americano, dapprima occupando le scalinate e poi facendo irruzione nelle aule parlamentari.
Lo scontro con la polizia ha dato luogo alla tragedia mentre il Parlamento, riunitosi in seduta plenaria per certificare la vittoria di Joe Biden, è stato evacuato. Frattanto sono stati rinvenuti ordigni esplosivi e armi da fuoco per quella che si è rivelata essere una dimostrazione di guerra.
L'assalto di ieri sera può essere visto come la vera fine del capitolo Trump alla guida della Casa Bianca. Secondo alcune indiscrezioni, il Presidente USA potrebbe essere rimosso dall'incarico prima del 21 gennaio, giorno del giuramento di Joe Biden. Dopo gli scontri e le proteste di ieri, il Congresso ha ufficialmente certificato la vittoria delle elezioni dello scorso novembre del rappresentante DEM. Trump ha garantito una "transizione ordinata".
Assalto al Congresso: da chi è partito l'ordine?
Il quasi tentativo di golpe ha fatto cadere le prime teste. Il vice consigliere per la sicurezza nazionale, Matt Pottinger, si è dimesso. Seguito subito dopo da Speghanie Grisham, portavoce e capo dello staff della First Lady Melania.
L'atto antidemocratico è stato deprecato da tutti e Joe Biden ha invitato Donald Trump a lanciare un messaggio alla Nazione per far rientrare i manifestanti. Cosa che il tycoon ha fatto in un video su Twitter un pò ambiguo. Queste le sue parole "L’elezione ci è stata rubata, ma dovete andare a casa. Non vogliamo che nessuno resti ferito". Poche ore più tardi gli account Twitter e Facebook di Trump sono stati sospesi.
L'indignazione generale ha sollevato un dubbio: è stato un arrembaggio autonomo o guidato da qualcuno? Indiscrezioni giornalistiche rivelano che l'ordine è partito dal vice-Trump, Mike Pence. Questo semmai passerà al vaglio dell'Autorità giudiziaria, di certo il clima di tensione che si è vissuto in tutta questa tornata elettorale ha portato a un'escalation degenerata alla fine nel dramma. Condanne pesanti dagli ex-Presidenti Bill Clinton e Barack Obama all'attuale inquilino della Casa Bianca, accusato di essere stato quantomeno l'istigatore del disordine.
Assalto al Congresso: la reazione dei mercati e degli investitori
Stranamente i mercati non hanno fatto una piega. Il Dow Jones ha chiuso addirittura con un rialzo dell'1,44%, mentre nella notte Tokyo ha segnato guadagni per l'1,60%. Anche nella mattinata di oggi le Borse europee hanno reagito in maniera composta, viaggiando in territorio positivo. Il petrolio ha messo il turbo e si porta verso i 55 dollari riguardo il Brent e sui 51 dollari con riferimento al WTI. Sul mercato valutario, il Dollaro americano dopo un breve recupero a seguito dell'assalto, è tornato ad essere venduto dagli investitori e perde terreno nei confronti delle principali valute.
Dopo comunque un giornata tumultuosa, gli operatori di mercato risultano abbastanza provati, almeno da quanto si evince dai commenti rilasciati. Secondo Akira Takei, gestori di fondi in Asset Management One di Tokyo, il popolo statunitense ha mostrato un'evidente spaccatura e questo è negativo sia per le azioni che per il Dollaro USA. L'esperto ritiene che il rally azionario è simile a una bolla, semmai il prezzo dei Treasury è a un livello che incoraggia gli acquisti, visto che i tassi non saranno aumentati per un pò.
Di parere leggermente contrario Masfumi Yamamoto, Chief Currency Strategist di Mizuho Securities di Tokyo. L'analista scommette sul fatto che la vittoria di Biden sia positiva per tutta l'economia americana, per le azioni e anche il Dollaro. Il biglietto verde sarà avvantaggiato nei confronti di Euro e Yen, per via di rendimenti dei Bond americani più elevati, mentre rimarrà più debole al cospetto di valute come il Dollaro australiano e quelle dei Paesi emergenti.
A giudizio di Sebastien Galy, Senior Macro Strategist di Nordea Asset Management in Lussemburgo, il maggior deficit fiscale che si appresta ad attuare l'America significa che la curva dei titoli di Stato diventerà più ripida e questo causerà un movimento significativo nelle azioni. La crescita chiaramente dipenderà dal fatto che i tassi d'interesse rimangano molto bassi.