-
I mercati confidano in una ripresa più veloce in Cina e questo si è visto anche nella risalita dei prezzi del rame.
-
La nostra strategia short rimane in essere ma è arrivato il momento di cominciare a stringere gli stop
-
I supporti chiave di area 1.66/1.68 rappresentano un banco di prova fondamentale per le ambizioni dell'Aussie. Attenziona alla pessima stagionalità di maggio però.
Nell’ultimo articolo dedicato al Dollaro australiano del 15 aprile avevo concluso l’analisi con un consiglio operativo “rimanere corti di EurAud fino ai supporti chiave di 1.66-1.68”. Il mercato finora ha saputo fornire un riscontro convincente ma non siamo ormai molto lontani dal punto in cui bisognerà decidere se chiudere in profit o invertire lo short EurAud. Il consiglio in questi casi è sempre quello di cominciare a stringere gli stop per evitare pericolosi movimenti improvvisi che, soprattutto su queste valute orientali, accadono di notte colpendo di sorpresa i trader europei.
Come avevo scritto nell’articolo la differenza di comportamento di EurAud è sulla natura di questa crisi. Se sarà simile al 2008 presto dovremmo assistere ad un ritorno di vendite sull’Aussie per andare a formare un top ideale sul quale rientrare short. In caso invece di evoluzione benigna per i mercati, Aud e commodities a quel punto tireranno dritto ampliando i profitti.
Il grafico di EurAud si fa particolarmente interessante. Da 1.73 del 15 aprile siamo scesi fino a 1.68 con la media mobile a 200 giorni e i tantissimi supporti statici generati dai massimi che dal 2015 EurAud ha realizzato da queste parti, a rappresentare il palcoscenico perfetto per l’esaurimento del più classico dei return move sulle precedenti resistenze ora supporti. Un comportamento anche questo ripetuto nel tempo è stato quello di veder scendere l’RSI in ipervenduto durante la formazione di un minimo intermedio. Siamo a 35 sull'RSI giornaliero, quindi non siamo lontanissimi. Altro aspetto interessante quello della stagionalità. AudUsd ad esempio a maggio è salito solo 7 volte negli ultimi 25 anni e questo aspetto, assieme a quello di commodity che dal 2010 al 2019 solo in una occasione hanno guadagnato terreno nel quinto mese dell’anno (il 2018), rende particolarmente importante chiudere il rischio sulle posizioni long di Aud attualmente in essere.
Gli ultimi dati macro provenienti dall’Australia non sono stati così sconfortanti e questo, assieme alla speculazione legata ad una ripresa anticipata della Cina e al rally recente nel prezzo dei metalli, ha ridato vigore all’Aussie. La disoccupazione ad esempio a marzo è salita solo leggermente dal 5,1% al 5,2% anche se con un fenomeno consistente di migrazione da full time e part time. I bassi tassi di interesse e gli stimoli fiscali messi in campo dal Governo stanno cercando di tamponare una situazione che confida molto su una Cina in maggiore crescita nella seconda parte dell’anno. Se sarà veramente così lo capiremo dall’andamento anche del dollaro australiano dopo il test dei supporti proprio su EurAud.