La ripresa economica degli Stati Uniti, resa possibile grazie alla campagna di vaccinazione che ha consentito le riaperture, farà tornare di attualità un tema molto caro agli investitori a Wall Street: la distribuzione dei dividendi.
Durante il periodo pandemico, molte società hanno dovuto stringere la cinghia e annullare o ridimensionare lo stacco della cedola, in modo da attutire l'impatto disastroso del Covid-19 sui bilanci aziendali.
Adesso che il peggio sembra alle spalle, il management sta riorganizzando i piani aziendali di premiazione degli azionisti, che sono quelli che più di altri hanno pagato lo scotto della pandemia per circa un anno e mezzo.
Goldman Sachs: i dividendi cresceranno del 6%
Sull'argomento è intervenuta Goldman Sachs con uno studio recente che ha rilevato che le società componenti l'indice S&P500 potrebbero aumentare in media del 6% i dividendi per quest'anno e per il 2022. Inoltre, fino al 2030 il tasso annuo medio di crescita sarebbe del 4,5%.
Nel rapporto, la banca d'affari statunitense evidenzia come l'anno scorso la situazione sia stata particolarmente critica poiché colossi che hanno operato nei settori più colpiti dalla pandemia, come Walt Disney e Boeing, hanno dovuto sospendere i pagamenti delle cedole. Altri ancora invece sono stati costretti a sforbiciare anche abbastanza pesantemente.
Gli esperti di Goldman prevedono che il rimbalzo rilancerà i dividendi e gran parte della crescita di questi ultimi sarà guidata dai settori sanitari, della tecnologia dell'informazione e dai finanziari. Insieme contribuiranno per il 71% nel computo totale del principale listino statunitense fino al 2022.
Dividendi: dopo stress test FED aumenti per banche
Una grossa mano alla riproposizione dei dividendi, e che probabilmente supporterà le stime di Goldman Sachs, sarà data dal settore bancario, alla luce dell'esito pubblicato ieri degli stress test realizzati dalla Federal Reserve. Tutte le 23 banche che sono state sottoposte alla verifica dei requisiti patrimoniali, economici e finanziari hanno superato brillantemente la prova, come del resto era nelle previsioni.
Questo è stato il terzo dei test programmati dalla Banca Centrale americana negli ultimi 12 mesi e in ogni tornata gli istituti di credito hanno mostrato una certa solidità e capacità di resistere alla crisi. Tutto ciò apre le porte a un fortissimo aumento non solo dei dividendi, ma anche dei buyback azionari.
Ricordiamo che la FED aveva limitato l'elargizione di denaro agli azionisti da parte delle banche proprio per conservare il capitale e tutelare i clienti, prima di tutti gli altri. Nello specifico, il riacquisto di azioni proprie era stato sospeso, mentre le cedole venivano limitate al valore dei profitti dei precedenti 4 trimestri.
Le misure con il tempo sono state leggermente allentate, ma ora il via libera sembra cosa assodata. Per conoscere l'entità di denaro che sarà rilasciato dalle banche come premio agli azionisti bisognerà attendere almeno fino a lunedì, quando le aziende di credito avranno già avuto il tempo di esaminare i loro risultati aziendali e su quanto effettivamente possono sbilanciarsi.
Secondo Gerard Cassidy, analista di RBC Capital Markets, i buyback azionari e i dividendi saranno molto robusti, perché sarà alto il numero di banche che avrà coefficienti patrimoniali ben al di sopra dei minimi regolamentari imposti dall'Autorità di vigilanza.