Dopo i numerosi rinvii dovuti alla pandemia di Coronavirus
il 22 settembre 2020 il giorno scelto da Elon Musk per tentare di stupire ancora una volta il mercato. In questa data, a partire dalle 14:30 americane (23:30 italiane) si terranno presso la fabbrica Tesla di Fremont il meeting degli azionisti e il
Battery Day. Se nella riunione del 2019 sono state presentate la Tesla Roadster, la Model Y e il truck elettrico Tesla Semi, il focus del 2020 sarà rivolto alle batterie.
Il problema principale delle auto elettriche è legato alla loro autonomia: si pensi che la percorrenza media a piena carica dei 10 veicoli con maggiore indipendenza da fonti di energia è pari a 430 kilometri, con una durata media del pacco batteria che va dai 100mila ai 300mila kilometri. La società si promette ora di stravolgere completamente questo e altri limiti con il
Roadrunner Project. Dopo i
conti del secondo trimestre 2020 per le azioni Tesla si tratta dell'
ennesimo test per il rally in atto a Wall Street, con il titolo che da inizio anno si è apprezzato di oltre il 247%.
Roadrunner Project di Tesla: ecco cosa prevede
Secondo le indiscrezioni il Battery Day sarà l’occasione per Tesla di svelare il Roadrunner Project, che dovrebbe riguardare le celle delle batterie prodotte internamente dalla società. Gli obiettivi del progetto sono ambiziosi:
creare delle batterie prodotte su larga scala che permettano di abbassare i costi a meno di 100 dollari per kWh. Al momento, la stima più economica si attesta 156 dollari per kWh. L’esordio di queste batterie potrebbe essere una vera e propria svolta nel settore dei veicoli elettrici, che riuscirebbero ad avere una parità di prezzo rispetto a quelli con motore termico e autonomie pari o superiori ai 500 kilometri.
Tesla: una batteria da un milione di miglia?
Lo scorso aprile Tesla ha
brevettato le sue nuove celle NCM 535, che sfruttano una chimica dell’elettrodo composta da nichel, cobalto e alluminio a cristallo singolo. Questi nuovi prodotti sono attesi avere una densità superiore rispetto a quelli presenti sul mercato e un costo inferiore.
La tecnologia è sviluppata in Canada dal professor Jeff Dahn e
permetterebbe alle batterie di avere un’autonomia di un milione di miglia (oltre 1,6 milioni di kilometri) e di resistere per 4.000 cicli di carica. Se Tesla riuscisse nell’impresa decreterebbe ufficialmente la sua indipendenza tecnologica nelle batterie, al momento sviluppate da Panasonic. Questo si concretizzerebbe grazie ai recenti acquisti di Maxwell e Hibar System.