LSE vende Borsa italiana: parte il risiko ma vi è la golden power | Investire.biz

LSE vende Borsa italiana: parte il risiko ma vi è la golden power

31 lug 2020 - 14:51

27 ago 2020 - 23:18

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Durante la pubblicazione della semestrale, LSE comunica di aver avviato le trattative per la cessione di Borsa Spa. Varie sono le ipotesi di acquisto, vediamo quali.

  • LSE comunica ufficialmente intenzione di vendere quota di controllo di Borsa Spa per avere via libera ad acquisto Refinitiv;
  • Le soluzioni e contendenti al controllo di Borsa Italiana sono vari, tra questi la nazionalizzazione, 
  • In caso di operazione di mercato, acquisto sarà soggetto a golden power


La Borsa italiana è ufficialmente in vendita. La notizia arriva proprio dal suo controllore, il London Stock Exchange, in occasione della pubblicazione stamane dei dati semestrali. Il gruppo londinese ha annunciato di essere arrivato ad una fase avanzata per la cessione di tutte l'attività sotto il suo controllo che riguardano le azioni quotate, il mercato MTS dei Btp e l'Elite che comprende 1.500 PMI non quotate. In alternativa l'intenzione è di vendere solamente la parte relativa ai titoli di Stato.

La trattativa potrebbe giungere in porto in tempi anche abbastanza brevi perché si interpone sull'interesse da parte della Borsa britannica di Refinitiv, la banca dati in mano a Blackstone e Reuters. Un mese fa la Commissione UE ha posto il suo veto al deal con Refinitiv, in quanto l'operazione farebbe sorgere problematiche legate all'antitrust. Quindi la cessione del pacchetto italiano sarebbe un passaggio obbligato per LSE per avere il via libera per acquisire la banca dati concorrente di Bloomberg.

 

Borsa italiana: tra le ipotesi la nazionalizzazione dello Stato

La vicenda ora fa sorgere una domanda: chi compra? La risposta è tutt'altro che scontata perché su tutta la questione vi è una golden power granitica da parte del Governo italiano, che lotta strenuamente da mesi per evitare che Borsa Spa vada a finire in mani sbagliate.

Grazie al decreto liquidità i poteri speciali di Palazzo Chigi si sono allargati a vari settori considerati strategici, tra cui quello finanziario. Pertanto la cessione di Borsa Spa potrebbe suscitare parecchi no way del Tesoro. Di certo si vorrebbe evitare che un asset così importante venisse spezzettato con la cessione solo del segmento MTS, come ha dichiarato il Direttore Generale del Tesoro, Alessandro Rivera, due giorni fa davanti alla Commissione Finanze della Camera.

Dalla maggioranza all'opposizione sembrano tutti concordi per definire un taglio tricolore alla Piazza che rappresenta la finanzia italiana, attraverso un'offerta competitiva che si poggia su un piano di sviluppo del mercato dei capitali. Qualcuno paventa l'ingresso nell'affare della Cassa Depositi e Prestiti, coadiuvata da un pool di banche e istituzioni finanziarie.

I possibili acquirenti quindi dovranno fare i conti con lo Stato e la partita non sarà semplice. Un'ipotesi molto probabile fatta circolare da indiscrezioni di stampa specializzata è quella di coinvolgere anche la Francia facendo confluire Borsa italiana nel circuito Euronext.

L'interesse di Euronext è noto da tempo. L'amministratore delegato Stephane Boujnah infatti ha affermato che l'acquisto di Borsa Spa permetterebbe a Euronext di ottenere una ulteriore diversificazione dell'attività. Quest'ultima è già stata avviata grazie agli assets in Irlanda, Norvegia e Danimarca in rapida successione, con notevoli risparmi sui costi integrando queste aziende nelle sue piattaforme IT.

Sempre vivo l'interesse di Deutsche Boerse, in modo particolare per la piattaforma elettronica dove vengono contrattati i titoli di Stato e le obbligazioni europee a reddito fisso. Il valore dell'affare sarebbe in tal caso di 2 miliardi di euro, proprio la cifra che la Borsa tedesca sarebbe disposta a sborsare per la fusione. Ricordiamo che MTS è controllato proprio da Borsa Italiana con una quota del 62%.


Vendita di Borsa italiana: la reazione dei mercati

Piazza Affari nella giornata di oggi viaggia in territorio positivo trascinata da UBI che guadagna il 10% dopo che le adesioni all'OPAS con Intesa Sanpaolo hanno superato il 90%. A spingere il listino milanese, oltre la notizia dell'intenzione di vendere Borsa italiana comunicata da LSE, vi sono i buoni dati sul PIL del secondo trimestre, che ha registrato una contrazione del 12,4%, ma al di sotto delle stime degli analisti che lo davano in calo del 15%.

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