I prezzi del petrolio sono in calo per il secondo giorno consecutivo, allontanandosi ulteriormente dai massimi di un anno dopo che l'OPEC ha abbassato nuovamente le previsioni sulla domanda e l'Agenzia internazionale dell'energia ha affermato che sul mercato resta un eccesso di offerta.
Questa settimana l'OPEC ha previsto che nel 2021 la domanda globale di petrolio si riprenderà più lentamente di quanto ipotizzato, riducendo le sue stime di 110.000 barili al giorno a 5,79 milioni di barili.
L’Agenzia ha inoltre detto che le forniture petrolifere continuano a eccedere la domanda globale, anche se si prevede che i vaccini anti-Covid possano sostenere la ripresa della domanda. Anche i dati relativi alla domanda della Cina, primo Paese importatore di greggio al mondo, hanno dipinto uno scenario avverso (clicca qui per conoscere i 10 maggiori produttori di petrolio del mondo).
Il totale delle persone che hanno viaggiato nel paese nel periodo che precede le festività del Capodanno cinese è crollato del 70% rispetto a due anni fa, a causa delle restrizioni agli spostamenti. Le misure di lockdown per contrastare il coronavirus, l'individuazione di nuove varianti e i timori relativi all'efficacia dei vaccini, pesano evidentemente sulla prospettiva di una rapida ripresa economica.
Materie prime, petrolio WTI: l’analisi tecnica
I prezzi del petrolio WTI hanno recentemente toccato i massimi ad un anno, sfiorando i 60 dollari al barile. A livello tecnico il greggio prosegue il suo trend rialzista di medio periodo, nonostante il caso fisiologico delle ultime sedute. Dai minimi segnati in area 33 dollari il 2 novembre, i prezzi hanno infatti dato vita ad un pattern di massimi e minimi crescenti tuttora in corso che ha mostrato un importante segnale di forza nelle precedenti ottave.
Il 3 febbraio scorso è stata infatti violata al rialzo la trendline trendline discendente di lungo periodo che collega il massimo di ottobre 2018 con quello segnato a gennaio 2020. Il recente riassorbimento del momentum rialzista potrebbe consentire l’implementazione di strategie long a basso rischio. In particolare si potrebbero privilegiare strategie di matrice rialzista in caso di ritracciamento in area 57,50 dollari per puntare ad un nuovo allungo in area 58,80 dollari. Vediamo la strategia nel dettaglio.
Materie prime, petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie long in caso di ritracciamento in area 57,50 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 57,25 dollari, mentre l’obiettivo a 58,80 dollari.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22Q8E0, leva 10 e prezzo ask a 6,375 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 5,81 euro, stop loss a 5,56 euro e target a 7,111 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 100 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22Q8E0 per un controvalore di 635 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 711,10 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 556 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò le quotazioni del petrolio WTI dovranno arrivare a 51,9395 dollari, dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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