I prezzi del petrolio volano ai massimi da 13 mesi, con le distribuzioni di vaccini che promettono di stimolare la domanda e i produttori di greggio impegnati a tenere bassa l’offerta. I prezzi hanno visto un rally nelle ultime settimane con la riduzione dell'offerta, dovuta in larga parte ai tagli alla produzione dell'OPEC+, composto dai paesi OPEC e i suoi alleati.
Alexander Novak, vice primo ministro russo, ha affermato che il mercato globale del greggio è sulla via della ripresa e il prezzo del petrolio quest'anno potrebbe oscillare tra i 45 e i 60 dollari al barile. "Abbiamo visto bassa volatilità negli ultimi mesi. Questo significa che il mercato è in equilibrio, e i prezzi che stiamo vedendo oggi sono in linea con la situazione del mercato", ha spiegato Novak ai media russi.
Intanto oltreoceano il presidente USA Joe Biden venerdì scorso ha fatto un passo verso il primo risultato legislativo di rilievo della sua presidenza, chiedendo aiuto a un gruppo bipartisan di amministratori locali sul suo piano da 1.900 miliardi per la ripresa post-pandemia.
Tensioni in Yemen e gelo in Texas, spingono il greggio su nuovi top
Ad aumentare il rialzo del greggio anche le tensioni in Medio Oriente e l’ondata di gelo in Texas. La coalizione a guida saudita impegnata sul campo in Yemen ieri ha dichiarato di aver intercettato e distrutto un drone carico di esplosivo lanciato verso il territorio saudita dai filo-iraniani Houthi, secondo quanto riportato dalla TV di stato saudita, risvegliando timori di nuove tensioni in Medio Oriente.
A ciò si aggiungere anche la situazione in Texas, stretto in una morsa di gelo artico, con temperature crollate su livelli che non si vedevano da decenni: strade ghiacciate, trasporti bloccati e i colossi del greggio impossibilitati a rispettare le tabelle di marcia. A Houston si sono toccati i -12° e a San Antonio i -13°. Secondo alcuni esperti citati da Bloomberg è a rischio anche la produzione di alcune centinaia di migliaia di barili di petrolio al giorno, bloccati da strade ghiacciate e condizioni climatiche estreme.
Petrolio WTI: l’analisi tecnica
Le quotazioni del petrolio WTI hanno recentemente toccato i massimi a oltre 13 mesi, superando i 60 dollari al barile. A livello tecnico il greggio prosegue il suo trend rialzista di medio periodo, partito dai minimi in area 33,64 dollari.
Dai minimi segnati il 2 novembre, i prezzi hanno infatti dato vita ad un pattern di massimi e minimi crescenti tuttora in corso che ha mostrato un importante segnale di forza nelle precedenti ottave. Il 3 febbraio scorso è stata infatti violata al rialzo la trendline discendente di lungo periodo che collega il massimo di ottobre 2018 con quello segnato a gennaio 2020.
Con il nuovo apprezzamento delle quotazioni e il superamento dei 60 dollari al barile, i corsi del greggio hanno molto spazio di manovra al rialzo verso le prossime resistenze statiche che si trovano in area 62,75 prima e 65 dollari dopo.
Per quanto riguarda l’operatività odierna, si potrebbero implementare strategie di matrice long in caso di ritracciamento verso area, visto l’eccesso di ipercomprato nel breve termine. A tal proposito un’area di concentrazione di domanda alla quale attendere segnali rialzisti potrebbe essere quella compresa tra i 59,80 e i 59,40 dollari, il target potrebbe essere collocato presso la prossima resistenza statica a 62,75 dollari. Vediamo ora la strategia nel dettaglio.
Petrolio WTI: le strategie operative con i Certificati Turbo24 di IG
A livello operativo, si potrebbero valutare strategie long in caso di ritracciamento a 59,80 dollari. Lo stop loss potrebbe essere localizzato a 59,35 dollari, mentre l’obiettivo a 62,75 dollari.
Per questo tipo di operatività si presta il Certificato Turbo24 Long di IG con ISIN DE000A22Q8S0, leva 10 e prezzo ask a 6,467 euro. Con il Turbo Calculator vediamo i livelli corrispondenti sul Certificate: prezzo di entrata a 5,702 euro, stop loss a 5,252 euro e target a 8,652 euro. Per trovare la corretta size di ingresso a mercato, ricordiamo che:
- 1 Turbo24 = 0,01 euro a punto
- 10 Turbo24 = 0,10 euro a punto
- 100 Turbo24 = 1 euro a punto
- 1.000 Turbo24 = 10 euro a punto
Ad esempio, pensiamo di comprare 200 pezzi del Certificato Turbo24 con ISIN DE000A22Q8S0 per un controvalore di 1.269,40 euro. Se il nostro target venisse raggiunto potremo vendere i prodotti incassando 1.730,40 euro. Se invece dovesse essere raggiunto lo stop loss si avrebbe la possibilità di vendere i Certificate a 1.050,40 euro.
L’ammontare massimo che si potrà perdere non supererà in ogni caso l’investimento iniziale: perché accada ciò i prezzi del petrolio WTI dovranno raggiungere quota 54,3483 dove si trova il Knock-Out del Certificate.
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