Dopo aver esplorato la stagionalità delle Borse USA nel mese di ottobre, ci concentriamo ora su novembre. Storicamente, l'andamento di novembre è influenzato sia dal ciclo stagionale che da fattori psicologici e operativi, come la vicinanza alla fine dell’anno e al cosiddetto "Santa Claus Rally", che inizia a novembre e si estende fino ai primi giorni di gennaio, portando con sé aspettative di rialzi del mercato.
Di seguito, esamineremo i pattern storici dei rendimenti del mese di novembre dei principali indici azionari USA, cercando di individuare tendenze ricorrenti e di comprendere se e come queste possano essere utilizzate per strategie di trading o d’investimento.
La stagionalità nel mese di novembre a Wall Street
Analizziamo ora, tramite la piattaforma Forecaster, la stagionalità per il mese di novembre sui principali indici azionari statunitensi: guarderemo lo S&P 500, il Dow Jones Industrial Average (DJIA) e il NASDAQ 100.
S&P 500
Dow Jones
NASDAQ 100
Secondo la piattaforma Forecaster, novembre è storicamente un mese positivo che segue la ripresa tipica del mese di ottobre per i principali indici azionari statunitensi. Considerando gli archi temporali che vanno da 3 anni a 30 anni, sullo S&P 500 tutti gli archi temporali sono impostati al rialzo in questo mese, con un numero di occorrenze ben superiore al 50% per ogni periodo analizzato. Essendo i tre indici estremamente correlati positivamente, anche sul Dow Jones e sul NASDAQ 100 si può chiaramente notare questo forte bias rialzista nel mese di novembre.
Stagionalità: bene tenerla a mente, ma non basta
Gli investitori possono considerare le tendenze stagionali come parte della loro strategia di trading o investimento, ad esempio come filtro operativo, ma è essenziale integrare tali informazioni con un’analisi più ampia che includa altri tipi di indicatori (tecnici, macro, fondamentali ecc.).
La stagionalità è un aspetto importante da considerare nell’analisi dei mercati finanziari, soprattutto per quei sottostanti che hanno una stagionalità intrinseca come le materie prime, ma riguardo gli indici azionari non deve essere l’unico fattore guida nelle decisioni di investimento.