Dopo aver esplorato l'andamento dei mercati finanziari nel mese di maggio (Mercati: cosa dice la stagionalità per il mese di maggio?), ci concentriamo ora sul mese di giugno.
Di seguito, esamineremo i pattern storici dei rendimenti del mese di giugno dei principali indici azionari USA, cercando di individuare tendenze ricorrenti e di comprendere se e come queste possano essere utilizzate per le proprie strategie di trading o d’investimento.
La stagionalità nel mese di giugno a Wall Street
Analizziamo ora, tramite la piattaforma Forecaster, la stagionalità sui principali indici azionari statunitensi: S&P 500, Dow Jones Industrial Average (DJIA) e il NASDAQ 100.
S&P 500


Dow Jones


NASDAQ 100


Secondo la piattaforma Forecaster, giugno è storicamente un mese volatile per i principali indici azionari statunitensi. La prima parte del mese ha tendenzialmente un andamento positivo, seguito da una fase di debolezza e un successivo recupero.
Considerando gli archi temporali che vanno da 3 anni a 30 anni, sullo S&P 500 risultano negativi i periodi più lunghi (quindi più significativi) a 20, 25 e 30 anni, mentre considerando i periodi da 15 a inferiori si nota una dinamica opposta, avvalorata da occorrenze superiori al 50%.
Essendo i tre indici estremamente correlati, anche sul Dow Jones si presenta questa dinamica, mentre il NASDAQ 100 presenta gli archi temporali di più lungo periodo al rialzo.
Stagionalità: bene tenerla a mente, ma non basta
Gli investitori possono considerare le tendenze stagionali come parte della loro strategia di trading o investimento, ad esempio come filtro operativo, ma è essenziale integrare tali informazioni con un’analisi più ampia che includa altri tipi di indicatori (tecnici, macro, fondamentali ecc.).
La stagionalità è un aspetto importante da considerare nell’analisi dei mercati finanziari, soprattutto per quei sottostanti che hanno una stagionalità intrinseca come le materie prime, ma riguardo gli indici azionari non deve essere l’unico fattore guida nelle decisioni di investimento.