Il mese di aprile 2025 ha riportato un’impennata nella volatilità dei mercati globali. Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, inasprite dal nuovo annuncio dei dazi da parte dell’amministrazione Trump, hanno generato preoccupazioni su scala globale. A tutto questo si è aggiunta una crescente frizione interna tra la Federal Reserve guidata da Jerome Powell e lo stesso presidente, con divergenze pubbliche sulla direzione della politica monetaria.
Mentre l’attenzione mediatica e degli investitori si è concentrata su indici azionari, materie prime e obbligazioni, molto meno spazio è stato dedicato all’analisi dei cosiddetti fattori smart beta – quei fondi ed ETF che replicano strategie basate su caratteristiche strutturali come valore, qualità, momentum, volatilità, dividend yield e capitalizzazione.
In questo articolo analizziamo quindi la performance dei principali ETF globali legati ai fattori smart beta, da inizio 2025 al 1° maggio, per capire quali strategie hanno mostrato resilienza e quali invece hanno sofferto di più la recente volatilità.
Smart Beta: le performance da inizio 2025
Per l’analisi sono stati selezionati otto ETF globali smart beta, ciascuno rappresentativo di un diverso fattore. I fattori considerati includono il Value (iShares Edge MSCI World Value Factor UCITS ETF), che mira a identificare azioni sottovalutate rispetto ai loro fondamentali, e il Momentum (iShares Edge MSCI World Momentum Factor UCITS ETF), focalizzato su titoli che hanno mostrato performance superiori nel recente passato.
Il fattore Quality (iShares Edge MSCI World Quality Factor UCITS ETF) privilegia società con bilanci solidi, elevata redditività e bassa leva finanziaria, mentre il Minimum Volatility (iShares Edge MSCI World Minimum Volatility UCITS ETF) si concentra su titoli meno volatili, con l’obiettivo di contenere il rischio.
È stato incluso anche un ETF Equal Weight (Invesco MSCI World Equal Weight UCITS ETF), che assegna lo stesso peso a ciascun componente riducendo l’effetto della concentrazione settoriale, un ETF sul fattore Dividend Yield (Vanguard FTSE All-World High Dividend Yield UCITS ETF), che punta su società globali con elevato rendimento da dividendo, e uno dedicato alle Small Cap (iShares MSCI World Small Cap UCITS ETF), che offre esposizione alle aziende a bassa capitalizzazione.
Infine, il confronto con l’S&P 500 (iShares Core S&P 500 UCITS ETF USD) permette di contestualizzare i risultati dei fattori rispetto all’andamento del mercato più rappresentativo a livello globale.
Fattore / Indice |
ETF |
Performance YTD (%) |
Minimum Volatility |
iShares Edge MSCI World Minimum Volatility UCITS ETF |
-2,06 |
Value |
iShares Edge MSCI World Value Factor UCITS ETF |
-2,73 |
High Dividend Yield |
Vanguard FTSE All-World High Dividend Yield UCITS ETF |
-4,22 |
Equal Weight |
Invesco MSCI World Equal Weight UCITS ETF |
-5,42 |
Momentum |
iShares Edge MSCI World Momentum Factor UCITS ETF |
-8,77 |
Quality |
iShares Edge MSCI World Quality Factor UCITS ETF |
-12,1 |
Small Cap |
iShares MSCI World Small Cap UCITS ETF |
-13,08 |
S&P 500 (Benchmark) |
iShares Core S&P 500 UCITS ETF USD |
-15,24 |
Le performance da inizio anno dei fattori smart beta evidenziano una sovraperformance rispetto all’ETF su S&P 500, che ha registrato una flessione del 15,24%. Tra i fattori analizzati, il comportamento più difensivo è stato quello del Minimum Volatility (-2,06%), confermando la sua natura protettiva nei momenti di turbolenza.
Anche i fattori Value (-2,73%) e High Dividend Yield (-4,22%) hanno contenuto le perdite, sostenuti da una rotazione verso titoli difensivi e da flussi di ricerca di reddito. Il fattore Equal Weight (-5,42%) ha mostrato una tenuta migliore rispetto ai fattori più ciclici, ma ha comunque sofferto a causa della debolezza generalizzata che ha colpito i titoli a piccola e media capitalizzazione.
Tra i fattori maggiormente penalizzati vi sono il Momentum (-8,77%) e Quality (-12,10%), che hanno risentito della forte correzione dei titoli growth e di alta qualità. Infine, il comparto Small Cap (-13,08%) ha anch’esso subito vendite marcate, tipiche nelle fasi di avversione al rischio, posizionandosi come peggior fattore in questa fase di mercato.