Questa settimana l'S&P 500 ha aggiornato il suo massimo storico ma non tutto è filato liscio. Il sentiment degli investitori è stato scosso da alcuni eventi che hanno alimentato le preoccupazioni, già diffuse da tempo, sull'intelligenza artificiale. Le trimestrali molto attese di Oracle e Broadcom hanno confermato questi timori, nonostante i numeri abbiano fotografato una situazione economico-finanziaria robusta e al di sopra delle aspettative.
La società di software ha affermato che, nell'anno fiscale in corso, gli investimenti sull’AI aumenteranno del 40%. Il problema è che, parallelamente, crescerà anche il debito, in quanto le spese sono finanziate con prestiti esterni (Oracle crolla dopo i conti, cosa fare ora con le azioni a Wall Street?). Broadcom ha annunciato ricavi oltre le attese per il primo trimestre fiscale 2026, che si chiuderà il 1° febbraio, ma un margine operativo in calo a causa del peso delle entrate legate all’AI.
Le azioni delle due società hanno subito un forte calo dopo la presentazione dei risultati. In sostanza, l’intelligenza artificiale è diventata croce e delizia a Wall Street: il boom della nuova tecnologia ne ha guidato il rally, ma ora gli investitori vogliono vedere risultati concreti in termini di monetizzazione e temono l’eccessiva esposizione debitoria.
Nel frattempo, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di interesse di un quarto di punto mercoledì scorso, ma fino a giugno prossimo si prenderà una pausa. Questo non sembra però rappresentare un freno per il mercato, che sta scontando una Banca centrale più accomodante con il nuovo presidente che succederà a Jerome Powell a maggio.
Wall Street: Goldman Sachs vede ancora guadagni nel 2026
In un contesto denso di incertezze, il 2026 appare nebuloso per la Borsa americana. Gli strategist di Goldman Sachs, però, sono fiduciosi e ritengono che le azioni statunitensi raggiungeranno nuovi record il prossimo anno. La ragione sta negli utili più alti delle società appartenenti all’S&P 500. Secondo le loro stime, i guadagni per azione cresceranno del 12% nel 2026 e di un altro 10% nel 2027, grazie a una maggiore produttività guidata dall’intelligenza artificiale.
“Il processo di adozione dell’AI è ancora iniziale, ma finora le grandi aziende riportano più progressi rispetto alle aziende più piccole”, ha scritto il team di Goldman Sachs in una nota. “Ci aspettiamo una combinazione di una crescita nominale dei profitti sana, un calo dei freni dovuti ai dazi e una continua solidità degli utili per i maggiori titoli dell'indice”.
La banca di investimento americana ha ribadito il suo obiettivo per l’S&P 500 a 7.600 punti per il 2026, il che implica un incremento di circa il 10% rispetto alle quotazioni attuali. Gli esperti ritengono che saranno ancora le grandi aziende tecnologiche a sostenere i guadagni. Nel 2026, le Big Tech come Nvidia, Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta Platforms e Broadcom rappresenteranno circa il 46% della crescita degli utili del principale indice americano, hanno affermato.