I nuovi record registrati da alcuni indici americani nella serata di ieri dopo il taglio dei tassi di interesse da parte della FED non scaldano i mercati azionari europei, con i principali indici di Borsa del Vecchio Continente che aprono le contrattazioni in ordine sparso. A pesare sul sentiment degli operatori sono i conti e le previsioni sotto le attese da parte di Oracle, accompagnate da un aumento significativo della spesa per infrastrutture legate all'AI
In questo contesto il FTSE Mib ha aperto la quarta seduta della settimana nei pressi della chiusura di ieri in area 43.450 punti. Dal punto di vista operativo il superamento dei 43.500 punti dovrebbe far proseguire il trend ascendente, in direzione dei 43.700-43.750 punti e a seguire la soglia dei 44 mila punti. Al contrario segnali di debolezza si avrebbero solo con la violazione dei forti supporti situati sui 42 mila punti.
Tra i titoli da seguire nella giornata odierna troviamo proprio Oracle, in pesante ribasso nell'after market a Wall Street e in profondo rosso anche in Europa. Andiamo a leggere nel dettaglio i conti e le previsioni presentati dall'azienda americana.
Oracle: ricavi sotto le attese e spese in aumento
Nella serata di ieri Oracle ha comunicato i conti del 2° trimestre fiscale, sottolineando inoltre che le spese aumenteranno rispetto a quanto comunicato in precedenza. I dati del colosso texano erano molto attesi dal mercato per capire se i forti investimenti nei data center e nel cloud si stiano tramutando in un ritorno economico.
Nello specifico il gruppo ha chiuso il trimestre con ricavi a 16,06 miliardi di dollari, sotto le attese degli analisti che erano poste a 16,21 miliardi di dollari. Nel dettaglio i ricavi provenienti dal settore cloud si sono attestati a 7,98 miliardi di dollari, con la componente infrastruttura aumentata del 68%.
Al contrario i ricavi del settore software sono diminuiti del 3% a 5,88 miliardi di dollari, sotto il consenso posto a 6,06 miliardi di dollari. Le remaining performance obligations, che sono gli indicatori chiave per capire i ricavi futuri, sono salite a 523 miliardi di dollari, sopra i 501,8 miliardi previsti, grazie agli impegni presi da alcuni partner come Meta e Nvidia.
L'utile netto è passato dai 3,15 miliardi di dollari dell'anno passato agli attuali 6,14 miliardi di dollari. In questo contesto l'utile per azione Adjusted si è attestato a 2,26 dollari, oltre gli 1,64 dollari previsti.
Nonostante il free cash flow del trimestre di novembre sia risultato negativo per circa 10 miliardi, più del doppio rispetto ai 5,2 miliardi previsti dal consensus, il Cfo del gruppo, Doug Kehring, ha rassicurato gli investitori, confermando l’obiettivo di mantenere un rating creditizio investment-grade.
Nel corso della presentazione dei dati l'azienda ha sottolineato che la spesa per l'intero anno fiscale aumenterà di 15 miliardi di dollari rispetto alle stime precedenti, portandosi a 50 miliardi di dollari. Un segnale che gli ingenti investimenti per conquistare clienti nel cloud computing AI non si stanno traducendo in profitti con la rapidità attesa dagli investitori.
Inoltre Oracle ha dichiarato che l'utile rettificato per il terzo trimestre fiscale sarà compreso tra 1,64 e 1,68 dollari per azione, al di sotto delle stime degli analisti di 1,72 dollari per azione. I ricavi dovrebbero aumentare tra il 16% e il 18%, anche in questo caso sotto le attese degli analisti che stimavano una crescita del 19,4% fino a 16,87 miliardi di dollari.
Infine entro il 2030 l’area infrastruttura cloud potrebbe generare fino a 166 miliardi di dollari di fatturato, con ricavi complessivi di gruppo attorno ai 225 miliardi e un utile adjusted per azione di circa 21 dollari, ipotizzando un’accelerazione significativa della domanda di servizi AI.
Azioni Oracle: analisi tecnica e strategie operative
Andiamo ora a vedere le attese sulle azioni Oracle nel breve e medio periodo. Dopo aver chiuso la seduta di ieri in leggero rialzo dello 0,67% a 223 dollari, le attese per l'apertura odierna sono di un deciso ribasso di oltre l'11% sotto la soglia dei 200 dollari.
Dal punto di vista operativo la perdita di questi livelli avvicinerebbe le quotazioni ai minimi di periodo, toccati nelle scorse settimane nei pressi dei 185,5-185 dollari. L'eventuale violazione di tali supporti andrebbe a indebolire la struttura grafica di fondo, con prossimi target i 179 dollari, dove verrebbe chiuso il gap-up lasciato aperto lo scorso 12 giugno, e a seguire i 170 dollari.
Nel caso in cui anche questi ultimi livelli non dovessero arrestare la spinta ribassista, si assisterebbe a una continuazione della fase discendente fin verso i 155 dollati, che rappresentano i minimi degli ultimi 7 mesi.
Al contrario la tenuta dei 200 dollari potrebbe porre le basi per un recupero del titolo, anche se sarò solo con il superamento dei 225 dollari, massimi delle ultime settimane, che si avrebbe un segnale di forza.
Oltre queste aree dovremmo assistere a una continuazione del recupero prima verso i 235 dollari e in seguito i 245-250 dollari. Il superamento di queste ultime aree dovrebbe far proseguire gli acquisti spingendo i corsi verso i 260 dollari e successivamente in direzione dei massimi degli ultimi 50 giorni situati nei pressi dei 288 dollari.
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