Il mese di dicembre non sta rispettando la tradizione a Wall Street, che lo vede come uno dei periodi più prolifici dell’anno. Nel 2025, invece, le quotazioni dell’indice S&P 500 in questo mese ondeggiano sulla parità, alternando fiammate entusiasmanti a improvvise ricadute. Gli investitori si stanno barcamenando tra due temi che dominano il sentiment in questo momento: l’intelligenza artificiale e la Federal Reserve.
Le trimestrali di Oracle e Broadcom hanno destato preoccupazioni tra gli operatori di mercato. Non perché i dati non siano stati all’altezza, ma perché le prospettive aziendali sottotono hanno alimentato il timore che le grandi aziende tecnologiche si stiano esponendo troppo sul fronte della spesa legata all’AI.
Quanto alla Fed, Wall Street ha ripreso fiato dopo i dati macroeconomici pubblicati questa settimana (in ritardo a causa dello shutdown), che hanno riproposto le attese secondo cui la Banca centrale continuerà a tagliare con convinzione i tassi di interesse nel 2026. Nel mese di novembre, gli Stati Uniti hanno ripreso a creare posti di lavoro dopo aver bruciato 105 mila occupati in ottobre.
Tuttavia, il tasso di disoccupazione è salito dal 4,4% al 4,6%, superando le aspettative degli analisti (4,5%) e risultando il più elevato dai tempi della pandemia. Questo fa pensare che la Fed correrà ai ripari per evitare una recessione economica, anche perché l’inflazione è scivolata al 2,7% nello stesso mese, rispetto al 3% di ottobre e soprattutto al di sotto del 3,1% atteso. Va però sottolineato che la minore crescita dei prezzi è stata determinata in parte dagli sconti applicati dalle aziende in vista delle festività.
Wall Street in attesa del rally di Babbo Natale
Ora gli investitori sono in attesa del classico “rally di Babbo Natale”, che dovrebbe materializzarsi la prossima settimana. Il rally di Babbo Natale è un periodo che include gli ultimi cinque giorni di contrattazione dell’anno a Wall Street e i primi due giorni di scambi del nuovo anno, durante il quale l’indice S&P 500 tende a salire. Secondo le statistiche del Trader’s Almanac, il guadagno medio del benchmark dal 1950 si attesta all’1,3%.
Quest’anno cosa succederà? Secondo Angelo Kourkafas, senior global investment strategist di Edward Jones, "nei prossimi giorni alcuni investitori potrebbero cercare di incassare i profitti dopo un anno positivo, esercitando una certa pressione al ribasso". Tuttavia, gli ultimi dati macro "probabilmente danno il via libera affinché il rally di Babbo Natale si realizzi anche quest’anno", ha aggiunto.
Secondo Trevor Slaven, responsabile globale dell’asset allocation e delle soluzioni multi-asset di Barings, la prossima settimana il tema centrale che determinerà l’andamento di Wall Street sarà l’interrogativo sul percorso futuro della Fed. "C’è un dibattito irrisolto riguardo alla direzione che stanno prendendo le principali Banche centrali e all’andamento dell’inflazione, in un contesto in cui i dati sul mercato del lavoro mostrano segnali di maggiore debolezza", ha aggiunto.
Mark Luschini, Chief investment strategist di Janney Montgomery Scott, pone invece l’accento sull’intelligenza artificiale. "Si sta iniziando a vedere uno scetticismo crescente sulla spesa per l’AI", ha dichiarato. "Per i titoli tecnologici e affini, la loro rappresentazione sproporzionata negli indici ponderati per la capitalizzazione sta chiaramente esercitando una pressione sull’andamento del mercato".