Da diverso tempo, negli Stati Uniti si sta verificando un trasferimento di società dal NYSE al Nasdaq. L’ultima in ordine temporale è Walmart, che a partire dal 9 dicembre sarà quotata al Nasdaq Global Select Market, intensificando la rivalità tra le due Borse. Si tratta del più grande spostamento mai avvenuto, considerando che il gigante delle vendite al dettaglio è la quarta società a maggiore capitalizzazione del NYSE, con un valore di mercato di circa 850 miliardi di dollari.
La mossa sottolinea la ridefinizione di Walmart da semplice catena retail a gruppo che integra automazione e intelligenza artificiale come elementi caratteristici. In pratica, l’azienda sta diventando sempre più tecnologica e si trova maggiormente a suo agio in una Borsa che ha maggiore trazione con il settore tech.
Ecco le società che si sono spostate dal NYSE al Nasdaq
La lotta per la supremazia nei mercati azionari americani tra Nasdaq e NYSE si fa quindi sempre più accesa. Tradizionalmente il NYSE è legato ai grandi nomi dell’industria e della finanza, come General Motors, Berkshire Hathaway e JP Morgan Chase, ed è situato a Wall Street. Il Nasdaq, benché spesso percepito come un indice (Nasdaq Composite, Nasdaq 100), è una Borsa vera e propria, con una sede distinta nel distretto di Times Square a Manhattan.
Il suo approccio è orientato alla tecnologia, tanto che le più grandi aziende del settore – Nvidia, Microsoft, Apple, Alphabet, Meta Platforms, Amazon e Tesla – sono quotate proprio al Nasdaq. La differenza principale tra i due mercati è che il Nasdaq non ha un trading floor fisico come il NYSE, ma è una Borsa completamente elettronica.
Secondo quanto affermato dal Nasdaq, negli ultimi due decenni centinaia di società si sono trasferite dal NYSE alla Borsa elettronica. Solo quest’anno si registrano i seguenti passaggi, oltre a quello di Walmart:
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Shopify, società canadese specializzata in piattaforme e software per l’e-commerce, è negoziata sul Nasdaq dal 31 marzo.
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Thomson Reuters, una delle principali società mondiali dell’informazione professionale e dei servizi digitali, ha trasferito il listing dal NYSE al Nasdaq il 25 febbraio.
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Vince Holding, azienda retail globale, ha abbandonato il NYSE il 20 ottobre per essere quotata al Nasdaq dal 21 ottobre.
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Kimberly-Clark, produttore di beni di consumo, ha spostato la quotazione al Nasdaq il 30 maggio.
Negli anni passati, altre aziende prestigiose hanno fatto una scelta simile, tra cui:
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PepsiCo (2017)
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Kraft Heinz Company (2018)
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Walgreens Boots Alliance (2018)
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Marriott International (2013)
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Viacom (2011)
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Honeywell (2011)
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GE HealthCare (2023)
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Linde plc (2023)
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DoorDash (2023)
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Campbell Soup Company (2024)
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Palantir Technologies (2024)
Quali sono i motivi del trasferimento
Cosa spinge realmente un'azienda a lasciare il NYSE per il Nasdaq, il rivale più giovane? Attualmente il boom dell’intelligenza artificiale è una delle ragioni principali. Il Nasdaq attira soprattutto gli investitori interessati alla febbre per le nuove tecnologie, e la mossa può quindi risultare strategica. Alcune delle società che si sono trasferite quest’anno hanno citato proprio l’attrattiva del Nasdaq-100, il paniere delle 100 società non finanziarie più capitalizzate, come fattore chiave della decisione.
Esistono però anche altre motivazioni, tra cui:
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Costi di listing più bassi: le commissioni annuali e le fee del Nasdaq sono in genere più convenienti rispetto al NYSE. Per società con grande capitalizzazione o molte azioni, il risparmio può essere significativo.
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Maggiore liquidità e trading elettronico: essendo il Nasdaq completamente elettronico, offre spread più contenuti, esecuzioni più rapide e maggiore liquidità, un vantaggio per le società con elevati volumi di scambio.
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Maggior visibilità presso investitori tech e growth: molti fondi investono prevalentemente in società Nasdaq. Far parte del “club tech” accresce la base di investitori istituzionali e la copertura degli analisti, oltre a rafforzare la percezione di innovazione.
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Rebranding o reposizionamento strategico: alcune aziende cambiano listing per sottolineare un'evoluzione verso modelli di business più tecnologici o digitali.
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Minori requisiti di governance o maggiore flessibilità: in alcune aree, come la struttura del board o l’indipendenza, il Nasdaq offre regole leggermente più flessibili.
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Semplificazione operativa: per gruppi multinazionali con varie entità quotate, il trasferimento può aiutare a uniformare i mercati, ridurre costi amministrativi e razionalizzare il reporting.