Il Giappone non ha nessuna intenzione di seguire il resto del mondo nel rialzo dei tassi o comunque nell’avvio di una politica più restrittiva del costo del denaro. Mi ero già occupato a febbraio di yen, indicando come buona ogni occasione per valutare gli short sulla divisa nipponica. La guerra tra Russia e Ucraina sembra aver fornito una eccellente opportunità ai trader. Ma andiamo con ordine.
La Bank of Japan nel suo ultimo meeting di politica monetaria ha stroncato sul nascere ogni idea di rialzo dei tassi o di abbandono dell'espansione monetaria in corso. L’inflazione, secondo la BoJ, potrebbe arrivare al 2% a causa delle tensioni geopolitiche, ma essendo questo movimento legato a fattori straordinari e di breve periodo il percorso finora definito coerente in termini di politica monetaria non cambierà.
Il rallentamento economico globale impone poi prudenza facendo divergere il tono della Banca centrale giapponese da quella americana, come espresso da USD/JPY sopra 118. L'indice dei prezzi al consumo non crea timori a Tokyo e solo ad aprile con la revisione delle prospettive trimestrali di crescita e inflazione verranno fatte valutazioni aggiuntive da Kuroda.
L’inflazione core è uscita allo 0,6% a febbraio con le bollette energetiche e I costi dei carburanti che provocheranno a marzo e aprile un boost ai prezzi al consumo comunque contenuto dentro i target della BoJ. La fine del mandato prevista per il 2023 eviterà al Governatore dell'istituto un rialzo dei tassi.
EUR/JPY: il rally darà il via ad un trend rialzista?
I mercati valutari hanno preso male lo statement della Boj vendendo yen. Il rally di EUR/JPY ha superato il 5% in due settimane. Un pattern che in passato (2017 e 2020) ha coinciso con l’avvio di un trend bullish, non con la fine.
Sotto questa prospettiva la correzione generata dal flight to quality si è rivelata un'opportunità. La discesa temporanea sotto i supporti di 127 ha formalizzato una delle più classiche trappole per orsi. La BoJ ha reagito dapprima comunicando verbalmente ai mercati di escludere ogni mossa di politica monetaria in senso restrittivo, formalizzando il tutto nel meeting di venerdì scorso.
A questo punto attenzione alla resistenza di area 132. Superarla significherebbe chiudere questa parentesi correttiva che ha assunto la canonica forma a zig zag. Il passo successivo sarebbe il raggiungimento della zona di resistenza di 136 in un passaggio che, a mio modo di vedere, sarebbe solo temporaneo verso qualcosa di più ambizioso per l’euro.