Dopo lo sprint di inizio settimana, lo yen ha rallentato la sua corsa attestandosi intorno a 147 per dollaro USA. La liquidazione delle operazioni da carry trade si è arenata, ponendo interrogativi su quante effettivamente siano le posizioni ancora da aggiustare.
La debolezza della valuta giapponese - che all'inizio di luglio ha visto il cambio con il dollaro salire ai massimi dal 1986 - era stata determinata in gran parte dalle operazioni di carry trade, con i trader che prendevano a prestito una valuta come lo yen che rendeva poco o nulla per investire in asset molto più redditizi come il dollaro americano o le azioni. La strategia ha funzionato perfettamente perché sia il biglietto verde che le azioni hanno continuato a salire negli anni.
Quando però la Bank of Japan ha alzato i tassi di interesse nell'ultima riunione di fine luglio, si è creato un movimento enorme, visto che gli investitori sono corsi a vendere le long carry per rimborsare i prestiti in yen determinando in questo modo un grande rafforzamento di quest'ultimo. Basti pensare che dai minimi del 3 luglio, la moneta del Sol Levante è arrivata a guadagnare circa il 13% sul dollaro USA.
Yen: per BNY si rafforzerà ancora sul dollaro USA
Ora nessuno sa con esattezza quante posizioni potrebbero ancora essere liquidate dal carry trade, ma gli esperti di mercato si cimentano a fare stime e proiezioni. Secondo gli strategist di
Bank of New York Mellon, ci sono ancora parecchie liquidazioni dei carry trade finanziati dallo yen, il che significa che il cambio
USD/JPY potrebbe scivolare fino a 100 nel tempo. "Gli investitori sono ancora troppo ribassisti sullo yen e le posizioni corte continueranno a essere ridotte", ha detto Bob Savage, responsabile della strategia e degli approfondimenti sui mercati della banca. "Aspettatevi che gli short sullo yen rimangano in gioco per le settimane, se non per i mesi a venire. Seguiranno ulteriori riduzioni del rischio e agosto continuerà ad essere un mese altamente volatile".
Molti prevedono che il "ninja" possa oscillare in un intervallo compreso tra 130 e 150, ma Savage ritiene che questa stima sia sbagliata in quanto "nel contesto attuale, la liquidazione dello yen richiederà molti mesi per tornare al valore di equilibrio". In altri termini, bisognerà tenere conto di alcuni fattori come "le elezioni statunitensi e i cicli economici e del credito USA, insieme alla crescita economica del Giappone", ha affermato l'esperto.
La visione di BNY non è allineata a quelle di altre grandi banche come
JPMorgan Chase e
Citigroup. Il più grande istituto finanziario americano ha affermato che
il 75% degli aggiustamenti da carry trade sia già stato effettuato ed è per questo che sui mercati potrebbero esserci delle piccole opportunità di rimbalzo nel mese di agosto (
Carry trade: JP Morgan, ecco quante posizioni sono state liquidate). Anche Citi afferma che la strategia sia ormai "fuori dalla zona pericolo", mentre
l'attenzione dovrebbe essere rivolta allo yuan cinese, vera mina vagante in questo momento sul mercato valutario.