Uno dei grandi quesiti che alberga nella mente degli investitori in questo periodo è quante posizioni sono state liquidate dal carry trade che ha visto soprattutto lo yen come valuta di riferimento per finanziarsi. Il carry trade è una strategia tramite la quale un operatore prende a prestito una somma di denaro espressa in una certa valuta, sulla quale paga un tasso di interesse basso, per investirla in un asset a più alto rendimento. Negli ultimi anni, l'operazione è stata costruita finanziandosi in yen, che scontava un rendimento praticamente nullo, e investendo principalmente in dollari USA (a rendimento ben più alto) o in azioni.
Da quando però la
Bank of Japan ha alzato i tassi di interesse allo 0,25%, i trader si sono affrettati a chiudere le posizioni in essere
vendendo il long carry per rimborsare i prestiti in yen. Una montagna di denaro si è mossa in una precisa direzione, quindi, innescando un crollo imponente delle azioni in Borsa. Ma quante di queste posizioni sono state effettivamente chiuse e quante ancora ne restano da chiudere? Non è facile rispondere a questa domanda, in quanto è possibile fare solo ipotesi sulla base di alcuni dati, tipo i prestiti a breve termine concessi dalle banche giapponesi.
Tuttavia, si rischia di scivolare in facili sopravvalutazioni e sottovalutazioni dei numeri, se non altro perché una parte del denaro ricevuto a prestito non è stato utilizzato per il carry ma semplicemente per ragioni di natura commerciale o per diversificare le risorse. D'altro canto, ci sono operazioni fatte da fondi pensioni, assicurazioni e altri investitori istituzionali dei quali non si ha una tracciatura precisa dei movimenti.
Carry trade: ecco quante posizioni sono state chiuse
Un'opinione nel merito è stata espressa dagli strategist di JP Morgan Chase, secondo cui negli ultimi giorni tre quarti del carry trade globale sono stati rimossi. "I rendimenti del paniere di carry trade del Gruppo dei 10, dei mercati emergenti e globali monitorati dalla banca sono scesi di circa il 10% da maggio. La componente spot del paniere suggerirebbe che il 75% delle operazioni sia stato eliminato", hanno scritto in una nota.
Rispetto a un normale carry drawdown, il recente sell-off è stato il doppio del solito, hanno sottolineato gli esperti. Per questo, potrebbero esserci delle piccole opportunità per un rimbalzo nel mese di agosto, con "il calendario delle Banche centrali leggero in questo periodo e la volatilità che ha iniziato a raffreddarsi". Tuttavia, riproporre una strategia di carry trade, con l'arrivo delle elezioni statunitensi e il rischio di un riprezzamento dei rendimenti bassi in caso di taglio dei tassi della Federal Reserve, alla fine "non offre un profilo di rischio-rendimento interessante", hanno sottolineato gli esperti.