Il sell Japan trade sta prendendo sempre più piede. Gli investitori non sono ottimisti sul cambio di rotta politica della nuova Primo Ministro Sanae Takaichi, dal cui insediamento si sono insinuate negli analisti preoccupazioni sul crescente debito giapponese e sul potenziale ridimensionamento dell'autonomia della Banca del Giappone (BoJ). Lo Yen diventa quindi il vaso di coccio a causa delle incertezze fiscali e dalla mancanza di chiarezza sui prossimi aumenti dei tassi della BoJ.
"Sell Japan" trade: i 3 pilastri fondamentali
L’indipendenza della BoJ che rischia di essere messe in discussione, visto che Takaichi vuole stimolare l'economia facendo pressioni sulla BoJ per mantenere i tassi il più bassi possibile. Il problema è che l’inflazione sta rialzando la testa, i tassi reali sono sempre più negativi e il nuovo maxi piano di rilancio economico approvato in Parlamento (oltre 21 trilioni di Yen - 135 miliardi di dollari) rischia di gettare benzina sul fuoco dell’inflazione.
Questo piano di stimolo fiscale alimenta il secondo pilastro del trade, ovvero quello legato alla sostenibilità del debito, il più grande del mondo. Le preoccupazioni sul debito sono state riflesse dalla debolezza di una recente asta di obbligazioni governative giapponesi a 20 anni.
Infine, recentemente è sceso in campo un terzo pilastro sul quale poggia la speculazione ribassista sullo Yen. La tensione con la Cina dopo le dichiarazioni di Takaichi su un potenziale attacco cinese a Taiwan con il rischio di ritorsioni cinesi che potrebbe limitare il flusso di terre rare, essenziali per le industrie automobilistiche ed elettroniche giapponesi.
Cosa succede allo Yen?
Ma intanto lo Yen va sempre più giù, diventando una delle valute più sottovalutate al mondo ed avvicinandosi a quella che potrebbe essere una soglia di intervento da parte della Banca centrale. Area 160 di USD/JPY.
I primi timidi interventi da parte di alcuni esponenti della BoJ preoccupati della debolezza dello Yen, mi portano a pensare che ancora una volta tra 155 e 160 l’intervento della banca centrale sul mercato valutario potrebbe essere possibile raffreddando anche la febbre su EUR/JPY che ha valicato 180 senza grandi resistenze.
La struttura grafica di USD/JPY è comunque preoccupante. Si nota su scala mensile un break rialzista che dopo il test della up trendline che sosteneva il bull market dal 2021 potrebbe non solo interessare i massimi del 2024 a 161, ma puntare la sua direzione ben più in alto considerando che gli oscillatori di lungo periodo sono abbastanza scarichi e compatibili con un rialzo.

Solo uno stop (intervento della BoJ) sulle resistenze creerebbe i presupposti per l’avvio di una fase laterale o nella migliore delle ipotesi per un doppio massimo con doppio minimo interno, figura tipicamente di inversione di tendenza. Scenario comunque prematuro per essere preso in considerazione.