Mercato valutario molto movimentato nelle ultime settimane. Ovviamente la guerra ha una grande fetta di responsabilità: tralasciando il rublo russo che si è letteralmente sbriciolato sotto i colpi delle sanzioni imposte dall’occidente, oltre a essere praticamente non più scambiabile sui mercati al dettaglio, tutte le valute dell’Est Europa hanno subito pressioni enormi costringendo alcune Banche centrali a interventi straordinari. Ma è tutta l’Europa a essere sotto pressione, euro e corona svedese comprese.
Guerra Russia-Ucraina: le valute che vincono
Un primo aspetto molto curioso è quello relativo all’andamento della divisa ucraina. Paradossalmente la Hrivna ha perso terreno da novembre 2021 al 23 febbraio, data dell’attacco russo. Poi ha ricominciato a guadagnare e oggi vanta una percentuale di apprezzamento del 3%. Una plus decisamente più consistente rispetto alla valuta dell’invasore, il rublo russo. Il rapporto UAH/RUB è passato da 2,7 pre attacco a 3,5.
Nell’ultimo mese il grande vincitore è stato il dollaro USA, che ha inflitto perdite consistenti non solo all’euro (in calo di quasi il 5%), ma soprattutto alle divise della fascia orientale dell’Europa, quella più vicina al conflitto bellico.
Guerra Russia-Ucraina: le valute che perdono
Lo zloty polacco è stato colpito delle vendite arrivando a perdere il 12% in un mese contro il dollaro USA.
Anche il fiorino ungherese e la corona ceca hanno lasciato sul terreno percentuali importanti dalla data dell’attacco russo, cedendo rispettivamente il 10% e il 7%. Tali ribassi hanno messo in allerta le Banche centrali, come quella di Praga intervenuta con un aumento straordinario dei tassi di interesse.
Lo zloty polacco è stata la valuta maggiormente sotto pressione anche per la sua presenza nei principali panieri di fondi emergenti. I bond polacchi hanno pesi importanti all’interno degli indici internazionali e la fuga dal rischio li ha colpiti in modo massiccio. Come vediamo dal grafico, USD/PLN ha toccato i massimi di sempre a 4,5. La Banca centrale del Paese è stata costretta così ad alzare il costo del denaro per frenare l'emorragia.
Non è escluso che questa si tratti di una eccellente occasione di ingresso considerando che la Polonia è nell’UE e nella NATO dal 1999. Prevedibile che il fronte polacco vedrà investimenti militari importanti da parte degli alleati nei prossimi mesi, allontanando quei rischi di Polexit che il Governo locale aveva paventato nei mesi scorsi.
L'attacco russo ha creato pressioni in vendita anche su una valuta meno esposta ai pericoli geopolitici come la corona svedese, che ha perso terreno sia contro euro che contro dollaro. La divisa americana ha guadagnato oltre il 6% mettendo quella di Stoccolma all’ultimo posto della classifica di performance dell’ultimo mese tra le valute del G10.
Sfiorata la soglia di 10 non siamo lontani dal minimo storico della valuta svedese, la più sottovalutata in termini di parità dei poteri d’acquisto nell’universo G10. USD/SEK e USD/PLN, due rapporti di cambio vittime delle notizie belliche che potrebbero rappresentare interessanti opportunità quando, speriamo presto, la situazione sul fronte Est tornerà più serena.