Il simposio di Jackson Hole è andato in archivio con il classico colpo alla botte e colpo al cerchio da parte di Powell e Lagarde. E per l'EUR/USD il momento diventa così fondamentale in chiave tattica e strategica.
I due banchieri centrali hanno, con le loro dichiarazioni, accontentato i mercati indicando come possibile una pausa nel rialzo del costo del denaro a settembre in attesa di vedere l’evoluzione dei dati macro. Ma si sono anche tenuti le mani libere di inasprire ulteriormente la politica monetaria con nuovi rialzi dei tassi visto che l’inflazione non è stata ancora domata e l’economia non mostra per ora segnali di cedimento.
Jackson Hole: cosa ha detto Powell
Per primo è stato Powell a comunicare che i tassi rimarranno elevati ancora a lungo senza escludere che quello attuale potrebbe non essere il picco. I motivi? Inflazione che ancora è lontana dal 2%, ma soprattutto una domanda e un mercato del lavoro troppo eccitati per quelle che sono i desideri della FED.
Ai mercati finanziari è stato però sufficiente sentirsi dire che prima di nuove manovre una pausa potrebbe essere opportuna per fare valutazioni circa l’efficacia delle manovre precedendi, chiudendo così la porta a quei falchi del FOMC che nel pre Powell avevano addirittura accennato a nuovi aumenti dei tassi già a settembre.
Jackson Hole: cosa ha detto Lagarde
Dopo Powell è toccato a Lagarde difendere l’operato di una BCE che ancora non ha raggiunto i suoi obiettivi a causa di una resilienza della domanda che in Europa trova in guerra, energia ed ora anche lotta al cambiamento climatico, delle situazioni che stanno infiammando l’inflazione e danneggiando il potere d’acquisto dei consumatori.
Settembre sarà quindi un mese interlocutorio che, secondo i mercati, potrebbe favorire la valuta americana visto il livello “high yield” raggiunto dai Treasury.
Il grafico dell'EUR/USD
La situazione tecnica dell'EUR/USD è però particolarmente critica e soprattutto ruota attorno a livelli che contano. Livelli intesi come supporti che oscillatori. Cominciamo da questi ultimi e in particolare dal RSI. L’ipervenduto che sta per essere raggiunto su scala giornaliera è importante perché è un film già visto in occasione dei minimi primari dell’ultimo anno.
Come si vede dal grafico a febbraio e maggio 2023, oltre che a settembre 2022, l'EUR/USD ha trovato con l’RSI in zona 30 un bel trampolino di lancio per ripartire.
A questo si aggiunge anche la presenza di un supporto dinamico come la media mobile a 200 giorni che in occasione del bull market dell'EUR/USD ha sempre, seppur a fatica, fornito un eccellente sostegno al trend.
Ora ci risiamo con la media mobile che è stata sollecitata prima del simposio di Jackson Hole. La chiusura di settimana esattamente a 1,08 lascia aperti tutti gli scenari, ma gli ultimi due casi di minimo dell'EUR/USD sembrano non lasciare dubbi circa il fatto che da queste parti il long è una strategia praticabile. Stop loss inevitabile sotto 1,065. A quel punto la parità entrerebbe nel mirino del biglietto verde.