Tra tutti i rapporti di cambio principali, uno in particolare sta facendo registrare una pericolosa tendenza al ribasso che preoccupa i possessori di dollari. Sto parlando di USD/CHF.
Tra poco andremo diretti sul grafico che sembra essere uscito da un perfetto manuale di analisi tecnica.
Mentre in America si consuma la battaglia interna tra Trump e Powell, con il Presidente Fed che non ha risparmiato critiche alle politiche commerciali e di bilancio del tycoon rendendo necessario il mantenimento di tassi di interesse più elevati rispetto a quello che una condizione normale di inflazione richiederebbe, i capitali fluiscono copiosi verso un piccolo Paese europeo da sempre depositario della classica valuta rifugio la cui remunerazione oggi è però tornata a zero.
In Svizzera, infatti, la deflazione bussa alle porte e contestualmente alla forza del cambio questo costringe la Banca centrale ad un atteggiamento espansivo su tassi oggi tornati a zero (Banche centrali: in Svizzera i tassi tornano allo 0%). Le stesse indicazioni anticipatrici che arrivano da indici come il KOF sembrano segnalare un’economia stagnante. Ma il mercato pensa che da settembre anche gli Stati Uniti abbasseranno i tassi e, giocando sulle aspettative, liquida dollari sui quali la fiducia è in costante ribasso da quando Trump è arrivato alla Casa Bianca. E lo fa senza sosta ormai da febbraio.
L’ultimo dato di inflazione di maggio ha visto un limitato incremento dei prezzi al consumo elvetici su base annua dello 0,1% dopo il segno meno di aprile. Anemia totale quindi.
USD/CHF: cambio testa i minimi dal 2015
Ma andiamo sul grafico di USD/CHF che, come detto, sembra aver preso una deriva piuttosto preoccupante per chi ha preferito gli alti rendimenti americani allo zero svizzero, cavalcando quindi l’onda del carry trade. Come si può vedere ad aprile il mercato ha cambiato passo, rompendo al ribasso un trading range che durava da tempo e certificando il bear market del dollaro.

Nel mese di maggio un sussulto del biglietto verde ha riportato il cambio in area 0,84 in quello che rappresenta il più classico dei pull back. Era quello il bacio della morte.
USD/CHF ha cominciato a scendere praticamente senza portandosi anche sotto 0,80. Era dal 2015 che il cambio non frequentava questa zona di prezzo e andando ancora più indietro dal 2011 quando venne toccato il minimo storico di 0,71. Un livello che forse non verrà ritoccato, ma quanto meno avvicinato, visto che la teoria dell’analisi tecnica proietterebbe l’altezza del range precedente verso il basso per determinare l’obiettivo portandoci attorno a 0,74.
Per il dollaro si prospettano tempi ancora cupi, per il franco svizzero ancora un cielo sereno.