Se l’accordo tra Stati Uniti e Giappone sarà cosa fatta a breve come dice Trump, credo diventerà molto interessante capire se il cambio USD/JPY si indebolirà ulteriormente. A quel punto infatti si creerebbe una situazione molto interessante in chiave strategica.
La due giorni di meeting della Bank of Japan come da attese è finita con un nulla di fatto. Decisione unanime con possibili aumenti nei tassi (oggi allo 0,5%) che si allontanano visto che la view è stata rivista al ribasso su crescita e inflazione per i prossimi mesi. I motivi sono da ricercare prevalentemente nell’effetto depressivo dei dazi americani e per il ribasso consistente dei prezzi energetici. Questa visione non ha spostato le attese sia del mercato che della stessa BoJ sui tassi. Non se ne farà nulla per i prossimi tre anni, salvo un marginale ritocco da 25 punti base se necessario (Calendario riunioni BoJ 2025: i meeting della Bank of Japan).
I dati arrivati la settimana scorsa dal Giappone sono stati misti. Vendite al dettaglio in crescita del 3,1% e produzione industriale in calo dello 0,3%. Uno scenario misto che di fatto rende la BoJ arbitro di una situazione di stallo. In questo contesto lo yen ha perso un po' di terreno sia contro euro, tornando a 165, che contro dollaro americano dove annoto la situazione tecnico grafica più interessante.
USD/JPY: 146 potrebbe segnare la fine del ribasso
Dopo il Liberation Day USD/JPY aveva bucato verso il basso la linea di tendenza rialzista che dal 2020 faceva segnare minimi crescenti. Una violazione ribassista che ha però avuto poca strada davanti a sé con il supportone di 140 a fare da argine. Minimo del 2023, minimo del 2024 e per ora anche minimo del 2025.
Il perché questo livello è importante lo capiamo abbastanza facilmente. La tipica figura di testa e spalla ribassista imporrebbe, in caso di violazione della linea del collo appunto di 140, un upgrade dell’esposizione allo yen rispetto al dollaro americano. Gli obiettivi sarebbero ambiziosi e misurabili addirittura in 15-20 figure verso il basso proiettandoci in zona 125-120.

Ma questo non è il momento secondo il mercato e l’approccio più conciliante di Trump combinato al clima da colomba che circonda la BoJ ha favorito una ripresa del dollaro. A questo punto attenzione a 146 perché un ritorno al di sopra della vecchia up trend line sarebbe un primo segnale di fine della discesa del cambio destinato a risalire verso la spalla destra della figura in un processo di nuova svalutazione per lo yen.
Considerando lo stop rigoroso di cui sopra e l’esposizione abbondantemente long degli speculatori sul mercato futures, andare lunghi di USD/JPY per le prossime settimane potrebbe essere una strategia interessante e da assecondare.