Una delle notizie più interessanti arrivate dal mondo valutario e delle banche centrali la scorsa settimana trova il suo mittente in Nuova Zelanda.
La banca centrale neozelandese ha alzato i tassi di 75 punti base al 4,25%, una decisione senza precedenti per intensità. L’inflazione al 7,2% richiede misure drastiche anche a costo di una recessione ormai certa nel 2023. La RBNZ prevede perciò che il picco sui tassi di interesse sarà al 5,5% e questo torna a mettere il kiwi tra le valute strategiche per il carry trade.
Forse i numeri più interessanti arrivano dalle previsioni per il mercato immobiliare, visto in calo del 20% nei prossimi mesi a causa proprio dell’inasprimento della politica monetaria. Ad onor del vero la Nuova Zelanda è il paese dove il prezzo di un’abitazione rapportato al reddito è il più alto al mondo e quindi la bolla speculativa deve necessariamente sgonfiarsi.
Ma a sorprendere i mercati è stato anche il fatto che il board abbia addirittura discusso su un aumento di 100 punti base visto che le previsioni di rientro dell’inflazione dentro il target 1-3% sono state spostate a settembre 2024; su questo hanno inciso salari visti in crescita nell’ultimo trimestre di quest’anno del 9,1%. Bisogna raffreddare a tutti i costi il ciclo economico e la recessione è l’unica strada percorribile in questo momento.
Focus su NZD/JPY
Il dollaro neozelandese ha preso bene la notizia proseguendo quel suo percorso di ascesa cominciato a metà ottobre. NZD/USD si riporta così stabilmente sopra 0,60. C’è però un altro cross sul quale vogliamo porre l’attenzione per le implicazioni intermarket che si porta dietro: NZD/JPY.
La stagionalità a dicembre per NZD/JPY è decisamente benigna e questo depone a favore di un cross che sembra scalpitare per andare a violare le resistenze che contano. Area 87 infatti per tutto il 2022 ha impedito al cross di andare più in alto. Evidente che per il Giappone, anche in termini di competitività all’interno dell’area pacifica, questa è la linea nella sabbia da non oltrepassare.
Il trend però dal 2020 è decisamente bullish, e da aprile NZD/JPY è entrato in un trading range compreso tra 81 e 87 in attesa di capire l’evoluzione della politica monetaria. Quella neozelandese è chiara e uno strappo sopra questa resistenza troverebbe solamente i massimi storici del 2014 e del 2007 in zona 94-95. Due livelli che ci riportano alla vigilia di due importanti correzioni dei mercati azionari. Grande attenzione a quello che succederà nelle prossime settimane su NZD/JPY perché potrebbe essere un interessante barometro di quello che verrà.