La grande debolezza del dollaro americano di questo 2025 ha permesso al dollaro australiano di risollevarsi dai minimi toccati già a fine 2024. Low aggiornati con la nuova rovinosa caduta del Liberation Day di aprile con cui Trump innescò il panico sui mercati finanziari.
Dollaro australiano che rimane però strutturalmente debole visto che i guadagni accumulati verso le valute dell’universo G10 si sono limitate praticamente solo al biglietto verde e seppur di poco al dollaro canadese.
Tutto il resto del Mondo valutario non ha sorriso alla divisa australiana, incapace di guadagnare terreno anche su yen giapponese e dollaro neozelandese, altre due currency particolarmente deboli nel 2025.
Tecnicamente il recupero si sta però spegnendo a ridosso di livelli di resistenza importanti che tra poco analizzerò come di consueto, ma che indubbiamente hanno una rilevanza cruciale per il futuro di AUD/USD.

Il meeting della banca centrale australiana si è risolto con l’atteso taglio che ha portato i tassi di interesse al 3.6%. Una mossa non nuova nell’area pacifica e che vede nella Nuova Zelanda un Paese già in modalità easing da tempo e con il lavoro ancora non concluso.
Il mercato si aspetta ulteriori tagli (da 50 a 75 punti base) nei prossimi 12 mesi dall’Australia e ad alimentare questa aspettativa ha contribuito la RBA (la banca centrale australiana) che si è mossa di recente sul costo del denaro con un orientamento dovish che alimenta attese per un costo del denaro al 3% nel 2026.
Qualche dubbio arriva però dalla dinamica salariale non così confortante. Variazione relativamente stabile con l’ultimo dato di luglio che parla di un incremento su base annua però ancora elevato rispetto agli obiettivi di inflazione e del 3.4%.
Potrebbe essere questo un dato in grado di frenare la tesi bearish sull’Aussie assieme all’incertezza sulla politica monetaria che la FED porterà avanti da settembre in avanti sull’onda delle sempre più insistenti pressioni su Powell esercitate dal Presidente Trump e dal Ministro del Tesoro Bessent. Tra qualche giorno a Jackson Hole sapremo qualcosa di più e anche il dollaro australiano comprenderà meglio il terreno sul quale muoversi.
Tornando all’analisi tecnica del grafico, è evidente che per AUD/USD violare al rialzo l’area di 0,67 aprirebbe le porte ad un allungo più deciso verso 0,70 (massimo del 2024). Si tratta dell'ultimo scoglio prima di una definitiva inversione di tendenza che metterebbe la parola fine ad un bear market cominciato nell’era post Covid. A quel punto ci sarebbe da andare lunghi di australiano senza indugi.