Il franco svizzero continua a rappresentare una divisa particolarmente appetibile per gli investitori che cercano alternative stabili al dollaro USA, all’oro o al semplice cash. Il suo status di bene rifugio esce rafforzato dalla recente crisi inflazionistica che ha visto la SNB abbandonare la politica del tasso negativo riportando l’inflazione praticamente al livello dei tassi ufficiali.
E questo è stato apprezzato da un mercato che in momenti di tensione geopolitica si rifugia verso chi ha surplus di partita corrente monstre come appunto la Svizzera. Come ha sottolineato recentemente il Financial Times in questo editoriale l’avere il disporre di tante “entrate” non è esente da problemi.
La pressione eccessiva sulla valuta locale è deflazionistica e impiegare le riserve in asset azionari e obbligazionari come sta facendo la Svizzera espone il bilancio ormai superiore al 140% del PIL ai marosi dei mercati finanziari come visto nel 2022.
Nel frattempo però il franco continua a macinare profitti e per chi sfida il carry trade con il CHF i risultati sono alquanto grami a differenza di quello che è successo con lo yen. In attesa di nuovi tagli nel costo del denaro, ma anche di un ulteriore riduzione del tasso di inflazione proprio per la forza dello svizzero, Eur/Chf ha toccato ad agosto un minimo a 0,92, un retest di quello già visto a fine 2023.
Da quel momento è partito un vigoroso rimbalzo che ha fatto assumere alla candela grafica dell’ottavo mese dell’anno le sembianze di un hammer, quella figura a martello che contraddistingue dei minimi primari.
Cosa aspettarsi dalle Banche centrali?
Nulla per cui esaltarsi, difficilmente la BCE con gli indicatori economici che stanno uscendo soprattutto in Germania eviterà di abbassare i tassi, ma indubbiamente un ritorno tra 0,98 (down trend line di lungo periodo) e la parità non sarebbe da escludere a priori rappresentando una nuova finestra di ingresso interessante considerando il comportamento del cross nel 2023 e nella prima parte del 2024.
Anche il forzuto dollaro ha dovuto piegarsi al Chf anche se in questo caso il minimo di 0,83 di fine 2023 è stato solo avvicinato dopo il doppio test di area 0,0,92/0,93. Una potenziale figura di testa e spalla invertito oppure il proseguimento di una fase laterale in attesa di capire come evolverà la politica monetaria FED?
Lo capiremo credo a settembre, nel frattempo è probabile che il franco, al netto di eventi geopolitici estremi, possa vedere un po' alleggerita la pressione al rialzo magari con la complicità di una banca centrale poco felice di vedere vanificati i propri sforzi da una eccessiva resilienza della valuta locale.