Lo scontro bellico tra Israele e Iran riaccende le tensioni nell’area Medio Orientale con le inevitabili conseguenze sul prezzo del petrolio che torna a risalire sopra i 70 dollari al barile, e sui tassi di interesse, che ricominciano a considerare una potenziale nuova fiammata inflazionistica.
E mentre la BCE comincia a parlare di una pausa nel ribasso dei tassi e la FED non ha mai smesso di sottolineare come il lavoro sul rientro dell’inflazione non è esaurito, i mercati si interrogano se non sia il caso di cominciare a guardare con favore ad una delle valute più sottovalutate del mondo, lo yen giapponese.
Forex: USD/JPY, il nodo è il carry trade
Un tempo bene rifugio quando la politica del tasso zero in larga parte del mondo sviluppato era dominante, dal post Covid in avanti vittima di copiose vendite per effetto di un generale rialzo dei rendimenti che ha reso lo yen meno attraente. Nonostante la Bank of Japan abbia portato i tassi sopra linea dello zero pur mostrando ancora oggi un atteggiamento molto scettico sull’inflazione.
Recentemente il Presidente della Bank of Japan ha espresso ancora una volta la sua idea sulla temporaneità di tassi core di inflazione in Giappone sopra al 3%, favorendo un’accelerazione verso l’alto di EUR/JPY (quindi debolezza di yen), ma non di USD/JPY (confermando la debolezza strutturale della divisa americana).
Un rapporto di cambio tra dollaro americano e yen che adesso si sta muovendo a ridosso di supporti che potrebbero essere cruciali per i prossimi anni del biglietto verde.
Non esiste infatti solo il cambio EUR/USD a definire le sorti della valuta americana, ma anche USD/JPY ha una sua rilevanza, soprattutto per le massicce operazioni di carry trade che gli operatori mettono sistematicamente in piedi per sfruttare il vantaggio di un debito a tasso ridotto in yen per comprare carta americana a maggior rendimento.
Forex: USD/JPY, l'analisi del grafico
La figura di testa e spalla ribassista che dal 2023 sta prendendo forma su USD/JPY è indubbiamente intrigante perché un break ribassista di area 140 formalizzerebbe un’inversione di tendenza dalle conseguenze che la teoria dell’analisi tecnica indicherebbe come drammatiche per il biglietto verde.

Se infatti seguiamo le indicazioni dei manuali di analisi tecnica lo spazio compreso tra testa e linea del collo (o neckline) rappresenta il potenziale teorico percorso ribassista di USD/JPY. Ovvero una discesa di oltre 20 figure abbondanti che significherebbe un biglietto verde in caduta di oltre il 10% dai livelli attuali in un contesto probabilmente di compressione di tutti i rendimenti obbligazionari globali.
Ecco perché sarà fondamentale per i prossimi mesi la tenuta di 140 da parte del dollaro.