Poco più dell'1%. Questo è stato il guadagno in versione Total Return - e quindi comprensivo delle cedole incassate- che avrebbe portato a casa un investitore europeo in dollari americani rinnovando continuamente un deposito remunerato al tasso Fed Funds.
Una remunerazione che sale al 15% se allarghiamo i parametri a 5 anni, ma che indubbiamente certifica l’esaurimento di una tendenza che nel 2022 e nel 2021 era stata particolarmente marcata e generosa, quella del rafforzamento del biglietto verde sulle aspettative (giuste) del mercato di rendimenti elevati anche in termini relativi negli States.
Ma cosa ci aspetta nel 2024 per EUR/USD?
Tradizionalmente la prima parte dell’anno è favorevole alla divisa americana e qualche piccolo segnale sembra già emergere di fronte a livelli di resistenza che contano.
Ma la forza dimostrata dall’euro nell’ultima parte del 2023 fa anche comprendere che il mercato si attende una FED decisamente dovish nel corso del 2024 con tagli nei tassi che potrebbero anche diventare cinque secondo le idee di chi gioca sulle aspettative.
Tutto è già nei prezzi o, meglio sarebbe dire, nei cambi. Ma come si sa le sorprese sul mercato sono dietro l’angolo e i prossimi dati macro su inflazione e occupazione potrebbero alterare equilibri che finora hanno sfavorito il biglietto verde.
Tecnicamente La barriera di resistenza più importante sulla quale si possono fare ragionamenti in ottica futura è quel 1,128 sul quale si è infranto il sogno dell’euro nel corso del 2023.
Questa resistenza rappresenta il 61,8% di ritracciamento dell’intero bear market cominciato a 1,23 e terminato a 0,95. Questo è il livello che probabilmente separerà l’euro da un ritorno verso i livelli storici medi di 1,18/1,20. Ma questo potrebbe anche rappresentare un teorico doppio massimo per EUR/USD, l’ideale figura di esaurimento della correzione cominciata nell’ultima parte del 2022.
I grafici settimanali ci dicono altre cose interessanti. Ad esempio, che il cambio sta per entrare in una zona di ipercomprato. Il 2023 è stato caratterizzato da ben tre picchi di ipercomprato che hanno coinciso con i tre massimi primari per il cambio. La chiusura di fine anno con una figura di shooting star è incoraggiante in tal senso.
Bisogna tornare al 2020 per trovare un precedente analogo e all’epoca EUR/USD formalizzò un massimo primario poco sopra 1,20.
Dal punto di vista tattico la sensazione è che il dollaro possa avere qualche cartuccia da sparare nella prima parte dell’anno e quindi andare short su questi livelli potrebbe non essere una cattiva idea, in vista di uno stop and reverse più avanti nel 2024 quando cominceranno a prendere forma in modo più chiaro le strategie delle banche centrali e si entrerà nel vivo delle elezioni americane.