Giunge al termine un anno, il 2023, che rimarrà nella storia per la capacità di reazione con la quale le banche centrali di tutto il mondo hanno saputo fermare l’inflazione. Con una velocità di aumento senza precedenti, FED, BCE, BOE, ma anche tante banche centrali emergenti, hanno rimesso in campo quell’arma della politica monetaria che fino al 2020 era stata utilizzata in senso opposto, ovvero per rivitalizzare l’inflazione con politiche non convenzionali e tassi a zero o addirittura come in Eurolandia, sotto lo zero.
Forex: il Franco svizzero il vincitore del 2023
Ma qual è stato il bilancio di questo 2023 per il mondo forex?Rapportando le principali divise contro euro il vincitore tra le valute del G10 è stato indubbiamente il franco svizzero, con un guadagno che sfiora il 5%. Da valuta con il più ampio tasso negativo del mondo fino all’offerta di una remunerazione sugli investimenti in franchi, la banca centrale svizzera ha saputo contenere l’inflazione godendo dei forti flussi in ingresso sul Chf, currency considerata bene rifugio e che ha preso il posto anche di uno yen giapponese che, all’opposto, si è rivelata la peggior valuta dell’anno con un calo del 12%.
Anche il mondo emergente è stato però foriero di grandi soddisfazioni per gli investitori europei. Soprattutto in terra latino-americana, alle ricche cedole si sono sommati i guadagni rispettivamente del 10% e del 5% di peso messicano e real brasiliano. Nel mezzo uno zloty polacco che, grazie ad una virata politica europeista, ha realizzato un progresso del 7%.
Rimanendo nel mondo emergente e osservando invece chi ha fatto male, ancora una volta non manca il contributo negativo della lira turca. Nonostante i maxi-rialzi nei tassi della banca centrale, l’inflazione galoppante ha contribuito a svalutare la lira di oltre il 60%. Altra vittima del 2023 il rublo russo che, nonostante i proclami di Putin sullo stato di salute dell’economia, ha perso un terzo del suo valore. Chiude questa speciale classifica negativa il rand sudafricano con una perdita annua del 12%.
Tra le valute minori del mondo occidentale da segnalare anche il ribasso fatto registrare dalla corona norvegese (-7%) alla quale si è contrapposto un marginale guadagno di un’altra corona, quella svedese.
Mercato valutario: cosa aspettarsi dal 2024?
Ma che 2024 sarà per il mondo valutario? Alcuni recuperi brucianti come quello dello yen e della corona norvegese nelle ultime settimane hanno in un certo senso anticipato una dinamica di recuperi dai minimi che potrebbe coinvolgere divise che, soprattutto nel caso dello yen, potrebbero beneficiare di politiche monetarie più espansive. In questo vento di favore potrebbero entrare anche divise cicliche come il rand sudafricano e il dollaro australiano penalizzate da un carry sfavorevole rispetto al dollaro Usa.
Biglietto verde che potrebbe essere lo sconfitto del 2024 qualora le attese del mercato sul taglio dei tassi da parte della FED dovessero essere confermate. Il minor appeal di rendimento offerto dai Treasury favorirebbe quelle divise a basso yield come yen e franco svizzero, ma anche un euro ancora leggermente sottovalutato in termini storici.