Se ci sono due rivelazioni di questo periodo bellico all’interno del mondo valutario emergente non possono che essere il real brasiliano e il rand sudafricano. Nell’ultimo mese questa accoppiata ha portato a casa rispettivamente una performance positiva del 8% e del 6% contro euro.
Merito dei deflussi dal mercato dell’Est Europa che hanno inevitabilmente costretto i gestori a parcheggiare fondi su valute e obbligazioni ad alto rendimento che possono garantire stabilità politica e soprattutto ricchezza di materie prime in un momento di scarsità di offerta.
Rand sudafricano: con il rialzo dei tassi la SARB spinge la valuta
Il carry per entrambe le divise è molto interessante e il Sudafrica proprio la scorsa settimana ha alzato il costo del denaro di altri 25 punti base portandolo al 4,25%. Quello che però è piaciuto ai mercati è stato il modo con cui la SARB è arrivata alla decisione.
Tra i cinque componenti del board, tre hanno votato a favore di un incremento di 25 punti base, ma due hanno proposto un ritocco di 50 punti base. Elemento questo che ha alimentato la speculazione su nuove manovre nella prossima riunione di politica monetaria in grado di garantire maggiore appeal di rendimento al rand.
Alla base della decisione del Sudafrica naturalmente il tema dell’inflazione, con la guerra tra Russia e Ucraina che rischia di rendere troppo oneroso ciò che per un Paese emergente è vitale: energia e cibo. Per questo bisogna rallentare una domanda che potrebbe trovare impulso nei prossimi mesi anche dall’aumento dei salari.
Il prezzo della benzina, ad esempio, è salito del 26% nell’ultimo anno, con l'indice dei prezzi al consumo rivisto per l’intero 2022 al 5,8% contro il 4,9% precedente. Fortunatamente anche la crescita economica è stata rivista al rialzo (2% il PIL previsto per il 2022), ma naturalmente questo non cambia l’incertezza di un contesto ora colpito anche dai rialzi dei tassi da parte della Fed.
EUR/ZAR: analisi tecnica e livelli trading
In tutto questo vale però la pena segnalare il comportamento di EUR/ZAR. Il cross sembra infatti deciso a rompere verso il basso una trendline ascendente che da 10 anni guidava il bull market. Se questa non è una trappola per orsi il cambiamento è significativo e potrebbe rappresentare un’inversione di tendenza per l’intero mondo delle local currency emergenti.
Il prezzo spot è alle prese con il 38,2% di ritracciamento di tutto l'uptrend, ma in caso di successo la discesa fino a 15 sarebbe da mettere in preventivo. A quanto pare la caduta russa sta provocando un effetto domino insperato, ovvero la riscoperta di altre valute emergenti colpite dalle vendite nel 2020 a causa del Covid-19.