Il Dollar Index negli ultimi giorni ha iniziato a scendere e ora staziona intorno a 94,75. Questo potrebbe essere il primo segnale di rallentamento della forza della valuta americana, dopo diversi mesi in cui ha mantenuto una forza costante nei confronti delle principali valute mondiali.
Da quando l'inflazione negli Stati Uniti si è fatta sempre più minacciosa e gli investitori hanno percepito che la Federal Reserve potesse stringere sulla sua politica monetaria, il mercato si è affollato ad accumulare dollari facendone salire le quotazioni.
A farne le spese sono state soprattutto quelle divise dove gli istituti monetari del Paese corrispondente sono restìi ad abbandonare l'accomodamento monetario, tipo la Banca Centrale Europea e soprattutto la Bank of Japan, che ancora deve fronteggiare fenomeni deflazionistici nell'economia nipponica.
Dollaro USA: chi sono i venditori
Il Dollaro americano comunque potrebbe presto finire la sua corsa: questa è l'opinione da parte di alcuni fondi d'investimento, convinti che le quotazioni del biglietto verde abbiano già raggiunto il picco. Brandywine Global Investment sostiene al riguardo che la crescita globale indebolirà la moneta a stelle e strisce, la quale al momento risulta sopravvalutata. Per tale ragione il fondo si è messo in posizione ribassista sul Dollaro USA a favore del Dollaro australiano e del Peso cileno.
Dello stesso avviso K2 Asset Management, che consiglia di vendere dollari per acquistare obbligazioni emergenti asiatiche e azioni europee. I gestori pensano che gli operatori del mercato valutario stiano prendendo davvero in considerazione la ripresa economica fuori dagli Stati Uniti, con molte opportunità che vi stanno fuori dalla sfera del Dollaro.
Barings Investment Institute sostiene che, con l'attività economica che si normalizza, dovrebbero manifestarsi maggiori flussi di capitali verso altre parti del mondo, come ad esempio i Paesi emergenti. Il calo del Dollaro USA quindi rappresenta una componente della ripresa a livello globale.
Rob Mumford, gestore degli investimenti presso GAM Hong Kong Ltd, afferma che i fondamentali del Dollaro siano deboli in un contesto di tassi reali bassi e saldi esterni negativi ampi. I mercati emergenti invece potrebbero essere più interessanti perché, anche con un'inflazione alta, hanno tassi di interesse più elevati.
Dollaro USA: chi sono i compratori
Non tutti ovviamente sono d'accordo che la valuta più trattata del mondo sia arrivata al capolinea. Alcuni analisti come Ilya Spivak, chief della Big Asia per conto di DailyFx, ritengono che ancora sia troppo presto per considerare il biglietto verde fuori dal portafoglio. Secondo l'esperto, il recente calo ha riflettuto il fatto che non vi siano state sorprese riguardo l'inflazione di mercoledì, così come l'audizione del Governatore della Fed, Jerome Powell. Ad ogni modo, nel corso dell'anno il Dollaro avrebbe ancora margini per crescere.
Citigroup mantiene la sua posizione lunga sulla moneta statunitense, perché l'aumento del costo del denaro della Fed, unito all'inasprimento quantitativo, non costituiscono di certo l'ambiente più favorevole per le valute dei mercati emergenti. Se non vi è ancora stata una reazione negativa in tali mercati, per la banca d'affari è solo perché lo spread dei Treasury Bond rispetto alle obbligazioni dei Paesi emergenti si è mantenuto tutto sommato stabile per il momento.