Il dollaro USA fatica a risalire sui mercati valutari, con il Dollar Index che staziona stabile sotto la soglia psicologica di 100 punti. L'indice, che misura l'andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di valute, quest'anno ha registrato un calo di oltre l'8%. Gli investitori si sono allontanati dalla valuta americana per le preoccupazioni relative all'economia statunitense, messa sotto pressione dai dazi del presidente Donald Trump, e anche perché la Federal Reserve a settembre ha ripreso il ciclo dei tagli ai tassi di interesse.
A dicembre, probabilmente, arriverà un'altra sforbiciata di un quarto di punto da parte della Banca centrale, almeno secondo le aspettative degli investitori, che stimano questa mossa con l’85% di probabilità. Dello stesso avviso sono le grandi banche di Wall Street, mentre le dichiarazioni di alti funzionari della Fed sembrerebbero confermare la mossa. Tassi più bassi spingono i trader a vendere dollari, dal momento che la moneta americana finisce per rendere meno.
Il dollaro USA pare aver perso prestigio anche come bene rifugio di fronte alle tensioni geopolitiche ed economiche, con gli investitori che gli preferiscono asset come l'oro.
Dollaro USA: le grandi banche divise
Puntare contro il dollaro USA in questo momento potrebbe essere rischioso, secondo gli strategist di Citigroup, che raccomandano agli investitori dei mercati emergenti di effettuare operazioni di copertura contro un eventuale rimbalzo della valuta. "Le tendenze che guidano la debolezza del dollaro hanno già iniziato a cambiare intorno a metà 2025", ha scritto il team guidato da Luis Costa in una nota di ricerca.
"Il boom dell'intelligenza artificiale e la mancanza di prove solide di un crollo del commercio globale a causa dei dazi statunitensi hanno generato un graduale ritorno all'eccezionalismo americano, cambiando ancora una volta la dinamica del dollaro". Citi è convinta che l'economia americana si riprenderà il prossimo anno, "salvo che l'interesse globale guidato dall'intelligenza artificiale non esploda".
Di diverso avviso sono altre importanti banche. Standard Bank ritiene che il dollaro potrebbe andare incontro al rischio di un triplice colpo nelle prossime settimane, peggiorando quello che è un periodo stagionale solitamente debole per la valuta.
I tre venti contrarian sono:
- la possibile sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti sull'illegittimità dei dazi di Trump;
- la probabile scelta dell'attuale consigliere economico alla Casa Bianca Kevin Hassett - molto incline a una politica monetaria di tassi bassi - come prossimo presidente della Federal Reserve;
- la prospettiva di un aumento dei tassi di interesse da parte della Bank of Japan, che farebbe aumentare le quotazioni dello yen.
"Un aumento dei tassi, oltre a una decisione negativa sulle tariffe e a una Fed guidata da Hassett, potrebbe essere proprio il triplo colpo che spodesta il dollaro. Se non nelle settimane restanti di quest'anno, allora certamente all'inizio del 2026", ha scritto Steven Barrow, responsabile della strategia G10 presso Standard Bank, in una nota.
Dello stesso parere è Tim Baker, strategist macro di Deutsche Bank, che osserva come negli ultimi dieci anni dicembre sia stato fatale per il dollaro, poiché i trader spesso vendono la valuta per bilanciare i guadagni in altri asset statunitensi realizzati durante l'anno. "Vediamo possibilità che il dollaro scivoli intorno ai minimi del terzo trimestre, ovvero circa il 2% sotto lo spot", ha scritto Baker in una nota.