Dopo esser stato sotto pressione, il dollaro USA sta tornando protagonista. Il Dollar Index - che misura l'andamento del biglietto verde rispetto a un paniere delle principali valute mondiali - negli ultimi giorni ha raggiunto il livello massimo da agosto.
Gli acquisti della divisa americana sono motivati principalmente dalla
rinnovata versione che la moneta assume di bene rifugio, a seguito soprattutto delle preoccupazioni su un'escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina. Il finire della scorsa settimana è stato rovente, con il presidente USA
Donald Trump che ha minacciato dazi del 100% sulle importazioni di merci cinesi dopo le strette di Pechino sull'export di
terre rare.
La risposta del Dragone non si è fatta attendere: non c'è alcuna intenzione di riprendere una guerra commerciale con gli Stati Uniti, ma in caso di nuovi dazi sarà messa in campo una rappresaglia. Trump ha poi moderato i toni, ma la tensione resta alta e la scadenza di novembre per trovare un accordo che eviti un altro conflitto commerciale si avvicina.
Inoltre, negli Stati Uniti è ancora in corso lo
shutdown, che ha praticamente paralizzato le attività pubbliche non essenziali nel Paese. Se la situazione continua ancora a lungo senza che le forze politiche riescano a trovare un accordo sui piani di spesa, i danni per l'economia a stelle e strisce potrebbero essere rilevanti. Le prospettive non sono delle migliori. Questa settimana lo speaker repubblicano alla Camera, Mike Johnson, ha detto che il blocco "potrebbe essere uno dei più lunghi di sempre"
Dollaro USA: è tornato davvero un bene rifugio?
Nell'ultimo anno, il dollaro USA è stato surclassato dall'oro nella veste di bene rifugio. Il metallo giallo ha polverizzato record su record, incorporando nei prezzi tutte le situazioni di rischio derivanti dalla geopolitica, dall'economia e dalle guerre militari. Il biglietto verde invece è sparito dalla scena, perché gli investitori hanno rifuggito un asset diretta espressione di una economia - quella statunitense - che rischia di declinare, come dimostra il rallentamento del mercato del lavoro.
Si è discusso quindi sulla perdita di importanza del dollaro come riserva di valore, al punto che, come avviene spesso durante le fasi di difficoltà della valuta a stelle e strisce, si è riacceso il dibattito tra gli economisti circa la possibilità di sostituirla con altre divise come moneta di riferimento.
Tra l'altro, la
Federal Reserve ha ripreso a tagliare i tassi di interesse e questa non è una buona notizia per gli investitori in dollari, che vedono diminuire il rendimento dalla detenzione della valuta.
Il dollaro USA ora però è tornato a ruggire. Il punto è: quanto durerà? Un segnale importante arriva dal mercato delle opzioni, che mostra un aumento dell'esposizione rialzista dei trader sul dollaro americano, in particolare rispetto alla sterlina, al dollaro australiano e al dollaro canadese.
Secondo Chris Turner e Francesco Pesole, analisti di ING, "il rinnovato status del biglietto verde come rifugio potrebbe sostenere la valuta nel breve termine". Il discorso è diverso per quanto riguarda il rapporto del biglietto verde con lo yen, che negli ultimi giorni ha guadagnato posizioni. "Se i mercati dovessero trovare motivi per allentare i nervi sulla situazione politica giapponese, lo yen sottovalutato è in una posizione privilegiata per beneficiare di un'ulteriore escalation delle tensioni commerciali", hanno detto Turner e Pesole.