Annata negativa per il dollaro canadese, ma certamente migliore di quella del dollaro americano. Questa la sentenza che stanno emettendo mercati che hanno penalizzato il Cad soprattutto nella prima parte del 2025 quando i timori dei dazi hanno colpito duramente la valuta nord americana, ma poi in parte rientrati soprattutto a causa di una politica monetaria della FED che si è fatta più accomodante e allineata a quella canadese.
Il dollaro canadese soprattutto negli ultimi mesi ha saputo sfruttare dati macro non esaltanti, ma migliori delle aspettative. L’economia non è frizzante e i maxi dazi imposti da Trump alle merci canadesi stanno penalizzando anche il mercato del lavoro, ma le misure di sostegno messe a terra dal neo premier Carney, ex banchiere centrale e quindi preparato alla gestione economica di un paese, e i tagli aggressivi nei tassi da parte della Bank of Canada stanno favorendo una ripresa che sembrava lontana.
Ripresa che sta arrivando nonostante un deludente andamento del prezzo del petrolio, preziosa materia prima di cui il Canada è grande esportatore e che nel 2025 non ha certamente visto prezzi particolarmente elevati in grado di offrire margini importanti per i produttori locali.
Andando all’analisi grafica di UsdCad e EurCad non si può evitare di notare alcuni elementi fondamentali per la strategia sulla valuta canadese.
Ad esempio, su UsdCad il mercato è giunto a ridosso della media mobile a 200 giorni, un livello che dal 2023 ha sempre arginato la forza del Cad rispetto al biglietto verde. Se qui il dollaro Usa non riuscirà a reagire avremo la formalizzazione di un testa e spalla ribassista con implicazioni bearish per il cambio a quel punto destinato a puntare fino ai minimi del 2021. Attenzione quindi a come si comporterà UsdCad attorno ai supporti di 1,35 ad inizio 2026.
Ovviamente se questa evoluzione grafica dovesse prendere forma nel corso dell’anno ecco che anche per gli investitori europei il Cad potrebbe rappresentare una opzione interessante da sfruttare in ottica diversificazione del portafoglio valutario.
Il cross EurCad ha tentato senza successo per ora di sfondare le resistenze di 1,61/1,62. Gli oscillatori di lungo periodo segnalano un forte ipercomprato e soprattutto un ritorno al di sotto di 1,60 sarebbe un segnale forte in ottica bearish EurCad. Il motivo è presto spiegato. Questa barriera ha contraddistinto tutti i massimi del decennio precedente e non riuscire a superarla in un contesto intriso di pessimismo come quello attuale sarebbe un segnale forte da assecondare in casi di price action ribassista.