Il nuovo anno non sembra essere molto diverso quanto a direzionalità da quello vecchio, almeno in questa fase iniziale dell’universo valutario. L’euro, ad esempio, rimane debolissimo a causa di uno scenario geopolitico ed economico fragilissimo.
Ma anche il dollaro australiano rimane sui minimi, confermando in questo modo e indirettamente il difficile momento dell’economia cinese tra l’altro riflesso anche nella scarsa pressione che si vede sui prezzi di molte commodities.
Dollaro australiano: si potrebbe azzardare un ingresso preventivo
Il dollaro australiano, Aussie per chi frequenta il mercato forex, ha vissuto un ultimo trimestre 2024 in una sola direzione, quella ribassista. Questo nonostante notizie teoricamente positive in arrivo da quella Cina che con il suo maxi-piano economico di rilancio avrebbe dovuto restituire fiducia tra gli investitori. E invece il persistere della deflazione e nuove iniezioni di liquidità da parte della Banca centrale cinese hanno alimentato dubbi come confermato anche dai minimi storici raggiunti dai tassi a 10 anni cinesi scesi sotto 1,7%.
Lo yuan cinese a sua volta prosegue nella debolezza ed ogni manovra espansiva lato politica monetaria da parte di Pechino rischia di vedere proprio la valuta locale come vittima predestinata.
L’Australia, che dipende pesantemente dalla domanda cinese di materie prime (soprattutto ferrose), sta per questo subendo pressioni sulla valuta locale che ha chiuso il 2024 con un importante break ribassista del supporto di 0,64 (anche 61,8% di ritracciamento del bull market 2020-2021) e che ora si aggrappa all’ultimo livello di 0,617 per evitare di sprofondare ai minimi dal 2020, in piena era Covid.
L’incapacità estiva di raggiungere la resistenza oltre la quale sarebbe cambiata la tendenza e posizionata a 0,70, ha messo in luce tutta la debolezza dell’australiano praticamente in caduta libera da fine settembre. Il supporto di area 0,61 sarà cruciale per l’Aussie e per tutto l’universo dei metalli industriali ad alto tasso di correlazione con la divisa Pacifica.
Da queste parti troviamo anche i minimi del 2022. Se la Banca centrale australiana si esprimerà, come non ha fatto finora, a favore di un taglio nei tassi a breve per rilanciare l’economia, i problemi per il dollaro australiano si farebbero a quel punto molto seri visto già il differenziale tassi negativo verso dollaro Usa.
AUD/USD su scala settimanale sta raggiungendo un ipervenduto visto solo in occasione dei bottom primari del 2022 e del 2020. Teoricamente un’indicazione "bullish" per chi vuole azzardare un ingresso preventivo con l’obiettivo di sfruttare il rimbalzo dopo una così pesante correzione, potrebbe anche essere intrigante.
Quando la svalutazione arriva così velocemente sempre meglio aspettare che l’onere della prova arrivi però dal mercato. Ovvero una price action che confermi la valenza del livello di supporto e soprattutto la volontà del mercato di ragionare su una ripresa. Sicuramente AUD/USD sarà da adesso in avanti oggetto di un monitoraggio più attento per trovare il momento migliore nel quale tentare un ingresso long.