Il 2025 è cominciato all'insegna delle vendite per l'
EUR/USD. Nei primi di scambi del nuovo anno, il cambio è scivolato verso 1,03, ovvero al
livello più basso da novembre 2022. I trader hanno preso a vendere sulla notizia che il flusso di gas russo verso l'Europa attraverso l'Ucraina è stato interrotto dopo cinque decenni.
In termini pratici, ciò significa che i Paesi del Vecchio Continente dovranno rifornirsi di gas da altre parti pagando di più. In questo modo, si aggrava la pressione sulle forniture verso la regione, che sta per esaurire le scorte invernali al ritmo più veloce degli ultimi anni. Tutto quanto crea tensioni per l'Europa, in un contesto in cui la sua economia cresce poco e ora rischia un'ulteriore battuta d'arresto.
A questo si aggiunge anche il fatto che la
Banca centrale europea sarà più decisa rispetto alla Federal Reserve nel taglio ai tassi di interesse. Nel messaggio di Capodanno, il governatore della BCE
Christine Lagarde ha detto chiaramente che l'obiettivo dell'inflazione al 2% è in vista, con la crescita dei prezzi al consumo che a settembre è scesa al di sotto del target anche se poi è tornata a salire.
Negli Stati Uniti, invece, l'inflazione ancora non è stata domata e c'è il rischio che i dazi trumpiani possano rimetterla in moto. Nell'ultima riunione della Fed a dicembre, il presidente Jerome Powell ha previsto per il 2025 due tagli al costo del denaro rispetto ai tre che il mercato si aspettava. Probabilmente la proiezione ha tenuto conto dell'effetto dazi, ma fatto sta che la notizia tende a irrobustire ulteriormente il dollaro USA.
EUR/USD: parità più vicina
L'andamento dell'EUR/USD avvalora l'ipotesi che diversi analisti e strategist da diverso tempo avanzano circa una possibile parità quest'anno. L'ultima volta che il Fiber quotava a 1 è stato proprio nel novembre del 2022, quando l'Europa era nel pieno della crisi energetica scaturita dalla guerra Russia-Ucraina.
È un caso che le stesse sensazioni si vivono ora che Mosca ha interrotto il transito del gas attraverso Kiev? Ciò si lega al fatto che l'economia europea rischia di essere affossata dalle misure tariffarie di Washington che inducono la BCE a intervenire duramente già a primavera.
La questione è che, a differenza del passato, una serie di fattori di natura economica e politica colpisce il cuore dell'Europa rappresentato da Germania e Francia. Attualmente la prima e la seconda economia della regione stanno attraversando un momento molto critico per via della loro scarsa crescita e delle elezioni che si terranno quest'anno e che saranno avvolte da una coltre di incertezza.
"Per Germania e Francia, le deboli prospettive di crescita si mescolano alle incertezze politiche e all'aspettativa che la BCE possa annunciare altri tagli consecutivi dei tassi in primavera", ha detto Jane Foley, responsabile della strategia FX di Rabobank. Ciò potrebbe avere l'effetto di "muovere l'EUR/USD verso la parità nel secondo trimestre", ha aggiunto.