Il franco svizzero va sotto pressione dopo il voltafaccia di Trump sulla questione dazi. La Svizzera è infatti uno dei Paesi più colpiti dalle nuove tariffe di agosto imposte da Trump con dazi del 39% sulla merce esportata in terra americana.
Secondo alcune analisi, il Paese alpino potrebbe arrivare anche a perdere 1 punto di PIL a causa di questa tassa imposta dal tycoon, uno scenario che gli svizzeri non credono comunque realizzabile, fiduciosi che le trattative arriveranno, come per la UE, ad un buon accordo nelle prossime settimane. La diplomazia rimane al lavoro e questo spiega l'assenza di misure ritorsive da parte di Berna per il momento.
Si vedrà, anche perché, se questa percentuale dovesse colpire anche i prodotti farmaceutici per la Svizzera i problemi economici non sarebbero indifferenti ed un cambio così forte come quello attuale risulterebbe non sostenibile costringendo la Banca centrale a nuovi interventi. Il ritorno del tasso negativo in Svizzera è alle porte?
Forex: USD/CHF, abbandonare il franco non pare un’ipotesi praticabile
Salvo proroghe, quindi dal 7 agosto la Svizzera sarà costretta a piegarsi a tariffe superiori a quelle annunciate ad aprile, praticamente con il solo Brasile a pagare di più questa guerra commerciale.
Come per altri Paesi, è vero che la Svizzera ha un surplus di bilancia commerciale verso gli USA, ma lo stesso è quasi totalmente compensato da un deficit della bilancia commerciale dei servizi. Ma Trump, lo sappiamo bene, a questo non guarda.
Il franco rimane una valuta sopravvalutata in termini fondamentali (tipicamente la parità dei poteri d’acquisto) ed inevitabilmente una guerra tariffaria si potrebbe trasformare in un attimo in una guerra valutaria per compensare i danni.
Il rapporto di cambio USD/CHF dopo un lunghissimo trading range ad aprile aveva violato al ribasso il supporto di area 0,83 spingendosi fino ad un punto di massima forza sotto 0,79 prima di un rimbalzo ora in corso e solo interrotto dal pessimo dato sullo stato dell'occupazione americana.

Personalmente alla luce delle aperte divergenze prezzo-oscillatore (RSI) non escludo un ritorno a 0,83 da parte di USD/CHF se dovesse permanere questo stato di tensione tra i due Paesi (anche se al momento abbandonare il franco non mi pare un’ipotesi praticabile). Se invece USD/CHF dovesse risalire sopra la resistenza allora il quadro cambierebbe notevolmente, credo a quel punto con una Svizzera in aperta svalutazione oppure con interventi sul mercato valutario per indebolire il franco.
Per quello che riguarda EUR/CHF lo scenario di inversione di tendenza non si materializzerebbe fino almeno ad un ritorno dell’euro sopra 0,945. A quel punto la downtrend line di medio periodo sarebbe abbattuta dando luce verde alla ripresa dell’euro in prospettiva fine 2025.