Il dollaro australiano continua a rimanere un'incompiuto, ma soprattutto un affidabile segnale premonitore del ciclo economico cinese. E per ora non sembra esserci grande spazio per l’ottimismo dalle parti di Pechino. Il dollaro australiano soffre e soprattutto rimane sotto quota 0,70, livello critico e spartiacque per il futuro.
I grafici di lungo periodo stanno disegnando quella figura che gli amanti dell’analisi tecnica classica chiamano testa e spalla rialzista. Solo potenziale per ora e comunque non formalizzata fino a quando non si supererà 0,79/0,80. Il primo ostacolo si chiama appunto 0,70 dove passa quella down trend line che dal 2021 accompagna l’Aussie. Un segnale forte, il superamento della linea di tendenza, che incoraggerebbe a prendere posizioni rialziste sull’australiano, ma anche bullish su materie prime e Cina.
La speranza australiana è nel nuovo corso della banca centrale cinese con la nomina del nuovo Governatore, ma anche e soprattutto nelle misure espansive che il Governo sembra avere intenzione di varare soprattutto a beneficio del settore real estate.
In Australia l’inflazione rimane elevata anche a causa di un mercato del lavoro tuttora in tensione con aumenti salariali che costringono la banca centrale a mantenere alta la guardia. Gli ultimi dati di inflazione del secondo trimestre hanno indicato in 5,4% il dato generale di inflazione. Vero che siamo ai livelli più bassi dal febbraio 2022, ma ben al di sopra del target 2-3%.
I tassi reali offerti dalla carta australiana rimangono negativi e gli investitori stanno alla larga da un Aussie che ad agosto vanta un profilo stagionale decisamente negativo.
Nella settimana del rilascio dei Pmi globali, per l’Australia la luce che sembrava aver acceso il dato manifatturiero si è subito spenta, con l’ingresso in territorio recessivo anche per il settore servizi. Anche il composite, che raggruppa le due componenti, scivola così sotto 50 ai minimi da dicembre.
Il mercato non sembra attendersi variazioni rilevanti sui tassi da qui a dicembre e proprio questo ridimensionamento nelle aspettative ha frenato il rimbalzo dell’Aussie nonostante la debolezza del dollaro americano.
Tecnicamente, considerando anche la debolezza stagionale che ad agosto caratterizza l’australiano, il doppio massimo a 0,69 con un mini doppio minimo interno non depone a favore dell'AUD/USD. Serve un definitivo slancio sopra 0,69 e soprattutto 0,705. Solo a quel punto la parola overweight potrà tornare su una currency da sempre anticipatrice di cicli economici pimpanti e dei rally delle commodities.
A settembre sarà opportuno fare il punto della situazione e capire se, usciti dal momento stagionale negativo, entrare lunghi di Aussie avrà senso.