Il dollaro australiano rappresenta un’altra di quelle valute tipicamente collegate al ciclo economico globale, alla Cina e alle materie prime, che può fornire delle ottime indicazioni circa le possibili evoluzioni future dei mercati finanziari. E la chiusura di novembre del cambio AUD/USD offre proprio un'interessante prospettiva che potrebbe far svoltare verso un 2023 più ottimista di quello che è stato il 2022.
Tra poco commenterò il grafico però prima di tutto, come sempre, vorrei fare un volo veloce sullo stato dell’economia australiana e della sua politica monetaria prendendo come spunto il recente meeting di politica monetaria.
L’inflazione del mese di ottobre ha fatto registrare a sorpresa prezzi al consumo in crescita del 6,9% contro attese del 7,6% e contro un dato di settembre del 7,3%. L’aumento dei tassi sta quindi lavorando al meglio e il meeting di politica monetaria di ieri ha dato le risposte che i mercati si aspettavano. Aumento di 25 punti base ma probabile rallentamento, se non stop, nel 2023 in attesa di capire l’impatto su crescita e inflazione delle recenti mosse messe in campo dalla RBA.
La banca centrale a margine della sua decisione di ieri ha confermato che l'inflazione non tornerà sotto al 3% entro il 2024 e che le prossime scelte sui tassi dipenderanno anche dai dati macroeconomici. In un contesto dove la disoccupazione è ai minimi dagli anni '70 il rischio di veder sfuggire i prezzi al consumo è alta, ma il quadro congiunturale è altrettanto sfidante a causa del rallentamento cinese.
AUD/USD: è tempo di morning star
Andiamo adesso al grafico di AUD/USD su scala mensile. Arginato il ribasso per l’ennesima volta sul 78,6% di ritracciamento del bull market che sta dominando da inizio degli anni 2000. Nel 2009 e poi nel 2020 la zona di 0,60 aveva contribuito ad arginare i cali dell’Aussie. La reazione di novembre è stata impetuosa e gli amanti delle candele giapponesi possono individuare una figura chiamata morning star.
Lunga candela nera, seguita da una doji centrale, infine una lunga candela bianca. La rinascita, secondo questa teoria, verrà confermata con una chiusura mensile sopra i massimi di novembre a 0,68. A quel punto strada aperta verso quella zona di 0,79/0,80 dove transita un’altra resistenza importante. La neck line di un potenziale testa e spalla rialzista di lungo periodo. Ecco, quindi, che l’obiettivo più ravvicinato per il rimbalzo dell’Aussie diventerebbe quello di 0,80. Andare oltre alimenterebbe “sogni” di parità che a quel punto coinciderebbero con un’economia cinese in grande spolvero e prezzi delle materie prime in deciso uptrend. Spiegato il motivo per cui seguire l’andamento di AudUsd è molto utile per capire come modulare l’asset allocation non solo valutaria di un investimento finanziario.