La reazione dell’euro post insediamento Trump per molti traders e analisti è stata sorprendente, vista la direzione opposta a quella attesa.
In realtà siamo nel più classico dei processi di "buy rumors e sell news", con il mercato che prende profitto dopo aver scontato gli scenari peggiori possibili (per l’euro) e migliori (per il dollaro).
Le minacce di Trump verso l’Europa, con dazi annessi in caso di non rientro dell’ampio deficit commerciale americano in tempi brevi, fanno parte di un disegno che il mercato aveva già messo in preventivo e che il livello di EUR/USD scontava. Poi c’è l’analisi tecnica che, come vedremo tra poco, ha svolto un eccellente lavoro previsionale. Ma andiamo con ordine.
Dazi uguale inflazione
Le minacce di Trump di innalzare barriere commerciali verso chi non si piegherà ai voleri dell’amministrazione americana non sono nuove. L’esperienza dei quattro anni precedenti ci dice chiaramente che tra il dire e il fare c’è parecchia distanza. Ma soprattutto che se questi strilli mediatici trovassero la loro formalizzazione, l'inflazione per tutti sarebbe una diretta conseguenza, Europa compresa. A quel punto la politica monetaria dovrebbe prendere atto che i margini di ribasso del costo del denaro sarebbero limitati.
Non a caso Lagarde ha proprio evidenziato ciò. Sì in Europa l’inflazione sta scendendo ma nuovi fattori di disturbo stanno intervenendo e questo deve far riflettere su quanto ridurre ulteriormente il costo del denaro in un trade off crescita economica vs inflazione non semplice.
Un second round di inflazione sarebbe fatale e ora che in America il CPI sembra essersi arrestato attorno al 3% e che pure il Giappone sta vedendo un ritorno su questi livelli, i dubbi su possibili passi falsi sui tassi stanno aumentando anche all’interno dell’euro.
Forex: EUR/USD, per il dollaro è il momento della verità
Come detto poco fa, EUR/USD ha avuto un comportamento esemplare, quasi da manuale dell’analisi tecnica. A 1,02 si posiziona il 61,8% di ritracciamento dell’intero rialzo 2022-2023 di EUR/USD. Partito da 0,95 questo movimento ha trovato in area 1,12 un doppio massimo che tra 1,04 e 1,05 aveva il suo punto pivot.
Violato con decisione a fine 2024, quel supporto è diventato resistenza e proprio in queste ore il mercato sta completando quello che sembra un pull back in piena regola. Apertura di credito fino a 1,06 ma il dollaro adesso deve riprendere in mano il comando delle operazioni se vuole puntare la parità.
Tecnicamente l’obiettivo del doppio massimo sarebbe sotto la parità ma se questo break ribassista si confermasse una clamorosa trappola per orsi, la debolezza del biglietto verde sarebbe il tema dominante del 2025. Per la gioia di Donald Trump.