Non ci sono grandi dubbi. Ad inizio 2025 lo yen ha avuto l’incredibile occasione di ribaltare uno scenario di debolezza che sta colpendo la divisa nipponica da anni.
Osservando il grafico di EUR/JPY non può sfuggire quanto a febbraio la formalizzazione di un testa e spalla ribassista sia stata vicina con due tentativi a ridosso dei supporti che non hanno prodotto gli esiti sperati. Se quella zona di prezzo così importante era 155, possiamo serenamente dire che quel pericolo è stato definitivamente allontanato con lo scenario ribassista per ora andato in archivio.

Il mercato invece ha preso una strada opposta e minaccia di voler aggredire le resistenze oltre le quali si aprirebbero scenari inquietanti per lo yen.
Una figura di inversione come il testa e spalla ribassista viene formalmente annullata quando la spalla destra viene superata. In questo caso se i prezzi saliranno sopra 166,5 ecco che lo scenario "bullish" riprenderà la scena.
Quello che indubbiamente stona in questo contesto tecnico è la mancata capacità dello yen di rafforzarsi di fronte a spread di rendimento in costante contrazione rispetto a quelli europei. Non tanto quelli a breve termine, quanto quelli a lunga scadenza.
Forex: EUR/JPY, attenzione al break di 166/167
Il collocamento più fiacco dal 2012 ha permesso ai rendimenti giapponesi a 20 anni di toccare i massimi dal 2000 con il trentennale sopra il 3%. Anche l’asta sui bond a 40 anni si è rivelata di poco interesse per gli operatori con un bid to cover di 2,2.
La Bank of Japan non sembra essere preoccupata sul tema inflazione nonostante questa continui a mostrare una certa ostinazione a rimanere lontana dal target del 2%. I dati della città di Tokyo usciti venerdì confermano prezzi al consumo in crescita di oltre il 3% anche nel dato core.
Mantenendo i tassi allo 0,5%, quindi tassi reali pesantemente negativi, la BoJ corre un rischio concreto di veder sfuggire via l’inflazione e quindi essere costretta poi a rincorrerla successivamente ad un prezzo salato. Vero che il costo del servizio al debito viene mantenuto basso grazie all’opera della Banca centrale, ma le tensioni sulle scadenze più lunghe dei rendimenti testimoniano quanto il mercato cominci ad essere più esigente in termini di remunerazione. E la debolezza dello yen lo conferma.
Gli spread tra titoli obbligazionari europei e giapponesi a 10 anni non hanno coinciso con un’analoga discesa di EUR/JPY. Dopo aver toccato i massimi nel 2023 a 225 punti base lo spread ha ripiegato pesantemente in zona 100 punti base e questo rende molto sospetto il movimento in direzione opposta di EUR/JPY.
Per ora lo scenario che ritengo probabile è quello di un proseguimento dell’ampio trading range su EUR/JPY; intervenendo "short" sui livelli attuali si può tentare un trade tattico chiudendo la posizione con l’approssimarsi della base inferiore oggi a 156. Ovviamente un break rialzista sopra 166/167 complicherebbe terribilmente la vita ad un debolissimo yen a quel punto da liquidare fin quando la BOJ non deciderà di intervenire come ha già fatto in passato.