Il report sul mercato del lavoro americano pubblicato venerdì 6 giugno ha fornito una fotografia interessante: l’economia continua a creare occupazione, ma lo fa a un ritmo più contenuto rispetto ai mesi precedenti.
Un equilibrio delicato, che i mercati hanno interpretato come un segnale positivo in chiave prospettica: abbastanza forza per evitare una recessione, ma non troppa da mettere in discussione un futuro taglio dei tassi. Vediamo nel dettaglio come si è mosso l'indice S&P 500 e cosa dobbiamo aspettarci per il futuro.
I dati sotto la lente
A maggio, i Nonfarm Payrolls sono aumentati di 139.000 unità, superando leggermente le aspettative degli analisti, che si attendevano una lettura intorno ai 130.000. Si tratta di un numero discreto, che conferma la resilienza del mercato del lavoro, ma che va letto nel contesto di due revisioni al ribasso per i mesi precedenti, con oltre 90.000 posti di lavoro cancellati tra marzo e aprile.
Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 4,2%, mentre il tasso di partecipazione alla forza lavoro è sceso al 62,4%, segnale che una parte della popolazione attiva sta lentamente uscendo dal mercato. Non meno importanti i dati sui salari: la crescita media oraria è stata dello 0,4% mensile e del 3,9% su base annua, in entrambi i casi leggermente sopra le stime.
In sintesi: il mercato del lavoro resta solido, ma mostra segni di decelerazione. Ed è proprio questo mix – un’economia che non frena bruscamente, ma che dà segnali di raffreddamento – ad aver galvanizzato gli investitori.
Wall Street festeggia la normalizzazione
La reazione dei mercati non si è fatta attendere. Venerdì, l’S&P 500 ha chiuso in rialzo dell’1%, superando con decisione la soglia psicologica e tecnica dei 6.000 punti, un livello che non veniva toccato da febbraio. Anche il Nasdaq e il Dow Jones hanno partecipato al rally, con guadagni rispettivamente dell’1,2% e dell’1%, mentre il Russell 2000 – termometro delle small cap – ha messo a segno un +1,7%, segnale di un rinnovato appetito per il rischio.
Alle spalle di questo movimento c’è l’idea che la Fed, di fronte a un mercato del lavoro che rallenta in modo ordinato, possa sentirsi più tranquilla nel programmare un primo taglio dei tassi tra agosto e settembre. Le probabilità implicite sui futures restano ancora prudenti, ma il tono generale dei mercati è tornato positivo.
S&P 500: rottura tecnica e nuovi target
Dal punto di vista tecnico, la seduta di venerdì è stata particolarmente significativa. L’S&P ha infranto la resistenza chiave in area 5.970–6.000 punti, confermando un pattern di breakout che potrebbe spingere l’indice verso nuovi massimi storici.
Fonte: Trive.com/it
L’apertura settimanale sopra quota 6.000 consolida il segnale tecnico. Il prossimo obiettivo naturale è l’area 6.050–6.100 punti, con una possibile estensione fino a 6.150 in caso di prosecuzione dell'attuale momentum positivo.
L’RSI giornaliero è tornato in zona di ipercomprato ma senza divergenze negative evidenti, suggerendo che una fase di consolidamento potrebbe precedere una nuova gamba rialzista piuttosto che un’inversione.
In caso di ritracciamenti, il primo supporto si colloca proprio tra 5.970 e 6.000 punti. Solo un ritorno stabile sotto questa zona riaprirebbe spazi per una discesa verso 5.920–5.900, ma allo stato attuale il sentiment resta saldamente a favore dei compratori.
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Cosa aspettarsi ora?
I prossimi dati sull’inflazione, in particolare il CPI del 12 giugno, saranno fondamentali per capire se la narrativa del “soft landing” può reggere. Se i salari continueranno a salire troppo rapidamente, la Fed potrebbe vedersi costretta a rimanere più a lungo in attesa. Ma se i prezzi al consumo dovessero rallentare, l’idea di un primo taglio a settembre potrebbe rafforzarsi.
Intanto, il quadro tecnico e macroeconomico sembra giocare dalla parte degli investitori. L’indice guida di Wall Street ha confermato la sua forza rompendo un livello psicologico importante, mentre il mercato del lavoro rallenta con grazia. Non c’è euforia, ma c’è direzionalità e per ora, è più che sufficiente per sostenere i listini.
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