Le trimestrali del secondo trimestre 2025 hanno messo in evidenza un quadro economico ancora resiliente, con consumatori relativamente solidi, credito in miglioramento e ricavi che in molti casi hanno battuto le attese. Tuttavia, le reazioni di mercato sono state tutt’altro che omogenee: alcuni titoli finanziari sono saliti dopo i conti, altri hanno perso terreno nonostante risultati superiori alle stime. Segno che gli investitori stanno premiando selettivamente solo quei player che mostrano una traiettoria chiara di crescita o turnaround. Vediamo nel dettaglio cosa è emerso dai report di JP Morgan, Wells Fargo, Citigroup, State Street e BlackRock.
JP Morgan Chase: performance robusta e outlook solido
JP Morgan ha confermato la sua leadership nel settore, chiudendo un secondo trimestre con risultati operativi molto solidi, sia nella parte commerciale sia nel corporate & investment banking. I ricavi sono in leggera contrazione su base annua, ma restano sopra le attese, mentre l’utile netto continua a beneficiare di un buon margine di interesse e di una forte attività di trading. Il CFO Jeremy Barnum ha rassicurato sul fronte del credito: nessun segnale preoccupante, neanche nei segmenti a reddito più basso.
Dati principali:
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Ricavi: $44,9 miliardi (–10% a/a), sopra le attese;
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Utile netto: $15 miliardi;
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EPS: $5,24 vs $4,48 attesi;
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Net Interest Income (NII): $23,3 miliardi (+2%);
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Investment banking e trading: IB fees +7%, trading fixed income +14%, equity +15%.
Reazione in Borsa: il titolo ha guadagnato lo 0,5% in pre-market, restando vicino ai massimi storici attorno a $290.
Wells Fargo: risultati buoni, ma pesa la revisione del margine di interesse
Anche Wells Fargo ha chiuso un trimestre solido, con utili in crescita e una buona qualità del credito. Tuttavia, il management ha rivisto al ribasso la guidance per il margine di interesse 2025, a causa di un contesto di mercato più complicato. Questo ha pesato sulla reazione degli investitori, che hanno preferito vendere nonostante i numeri superiori alle attese.
Dati principali:
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Ricavi: $20,82 miliardi (+1% a/a), leggermente sopra le stime;
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Utile netto: $5,49 miliardi;
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EPS: $1,60 vs $1,40–1,41 attesi;
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Net Interest Income (NII): $11,7 miliardi (in calo, sotto le attese);
Reazione in Borsa: –5% in giornata, zavorrata dal downgrade del NII.
Citigroup: sorpresa positiva, mercato premia il turnaround
Citigroup è stato il vero protagonista tra le big banks. I numeri hanno battuto nettamente le attese e il titolo è volato ai massimi dal 2008. Il piano di rilancio guidato da Jane Fraser inizia a dare risultati tangibili: crescita nei servizi, forte performance nel trading azionario e un netto miglioramento della redditività. Anche la qualità del credito rimane sotto controllo, con i non-accrual loans legati a casi specifici e non a debolezze sistemiche.
Dati principali:
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Ricavi: $21,7 miliardi (+8%);
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Utile netto: $4 miliardi (+25%);
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EPS: $1,96 vs $1,61 attesi;
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Net Interest Income: $15,2 miliardi (+12%);
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Non-accrual loans: $3,4 miliardi (+49%), ma senza segnali di stress diffuso;
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Buyback: $4 miliardi annunciati nel trimestre.
Reazione in Borsa: +3,4%, con il titolo salito oltre $90, livello che non si vedeva dal 2008.
State Street: crescita moderata ma gli investitori restano freddi
State Street ha riportato risultati misti. Se da un lato AUC e AUM hanno raggiunto nuovi massimi storici, e i ricavi sono cresciuti dell’8%, dall’altro le spese operative sono salite dell’11% a causa di oneri straordinari legati alla ristrutturazione del personale. Il mercato ha punito il titolo, nonostante numeri sostanzialmente buoni, probabilmente per la delusione sull’EPS GAAP e per l’assenza di catalizzatori forti.
Dati principali:
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Ricavi: $3,4 miliardi (+8%);
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Utile netto: $693 milioni;
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EPS GAAP: $2,17; EPS adjusted: $2,53 vs $2,36 attesi;
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AUC (Asset Under Custody): $49 trilioni (+11%);
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AUM (Asset Under Management): $5 trilioni (+7%);
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Spese operative: $2,53 miliardi (+11%).
Reazione in Borsa: –3,5%, nonostante i massimi nei volumi gestiti.
BlackRock: utili sopra le attese, ma deludono i flussi netti
BlackRock ha superato le stime sugli utili, ma ha deluso sul fronte della raccolta. Gli inflow netti trimestrali sono stati inferiori alle aspettative, penalizzati da un’importante uscita di capitali da parte di investitori istituzionali. Anche le spese sono aumentate sensibilmente, complice l’integrazione delle nuove acquisizioni. Nonostante l’AUM abbia toccato un nuovo record a oltre $12.500 miliardi, il titolo ha segnato la peggiore performance dell’S&P 500 nella giornata post-trimestrale.
Dati principali:
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Utile netto adjusted: $3,65 miliardi;
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EPS GAAP: $12,05; EPS adjusted: $23,35;
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AUM: $12.528 miliardi (record);
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Net inflows: $68 miliardi vs $110 miliardi attesi; inflows “core” a $116 miliardi;
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Spese: +14%, spinte da compensi e integrazione Preqin e GIP.
Reazione in Borsa: –6%, peggior titolo dell’S&P 500 nella giornata.
Mercato forte, ma selettivo
In conclusione, questa tornata di trimestrali conferma che l’economia americana, almeno lato credito e consumo, continua a reggere bene. Tuttavia, il mercato non è disposto a premiare tutto e tutti: solo le banche con strategie chiare, crescita organica e controllo dei costi riescono ad attirare capitali. Citi e JP Morgan spiccano in questo senso, mentre Wells Fargo e State Street pagano il prezzo di outlook più conservativi o strutture di costi crescenti.
Il quadro generale è positivo, ma la selettività resta la chiave per gli investitori. La stagione delle trimestrali è solo all’inizio, e sarà interessante osservare le prossime mosse di Goldman Sachs, Morgan Stanley e Bank of America.
Disclaimer: File MadMar.