I flussi di container in arrivo sulla costa occidentale americana hanno registrato un incremento del 9% nella prima settimana di giugno. Un dato che, pur rimanendo ancora inferiore del 25% rispetto ai livelli dello scorso anno, riaccende le aspettative su una possibile “seconda ondata” di frontloading da parte dei rivenditori americani.
Il contesto è quello del delicato equilibrio tra politica commerciale e stagionalità: l’estate rappresenta un periodo cruciale per la logistica in vista del back-to-school e delle festività. Il temporaneo allentamento delle tariffe tra Washington e Pechino — con il dazio ridotto dal 145% al 30% per 90 giorni — ha favorito questa ripartenza. Ma come si riflette tutto ciò sul prezzo del petrolio?
Petrolio WTI: segnali contrastanti
Il legame tra attività portuale e domanda di energia è diretto: più container in viaggio significano più consumo di carburanti, e non solo per il trasporto marittimo. L’intensificazione degli scambi commerciali suggerisce una possibile ripresa della domanda aggregata, sia sul fronte dei consumi sia su quello della produzione. Questo, in un contesto in cui l’OPEC+ mantiene un’offerta controllata e le scorte USA restano più o meno costanti, potrebbe fornire supporto ai prezzi del petrolio.
Ma non è solo la logistica a influenzare i mercati. Nelle ultime ore è emerso un altro elemento chiave: l’ottimismo che circonda i colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina, in corso a Londra. Secondo Exness, le speranze di un accordo potrebbero attenuare i rischi per la crescita globale e, di conseguenza, sostenere la domanda di petrolio.
In questo scenario incerto, il contratto future con scadenza ravvicinata sul WTI (West Texas Intermediate) ha mostrato un leggero rialzo, salendo a 65,35 dollari al barile. Anche il Brent si è mosso in parallelo, ma resta il WTI l’indice di riferimento per la domanda interna statunitense — oggi influenzata sia dalle scorte che dalle aspettative macro legate ai consumi e al commercio.
Guardare oltre l’impulso settimanale
L’impennata del 94% nei costi di spedizione dai porti cinesi verso la costa Ovest americana conferma che qualcosa si sta muovendo nella catena logistica globale. Se la domanda di trasporto dovesse consolidarsi nelle prossime settimane è plausibile aspettarsi un effetto domino su tutta la filiera, compresa quella energetica. Ma il quadro resta incerto: la Cina mostra segnali di rallentamento su export e import, incluso quello del greggio.
In sintesi, la “speranza container” si intreccia oggi con la diplomazia commerciale e la geopolitica. Per il momento, il WTI beneficia di questo mix ma adotteremo estrema cautela per le prossime analisi e serviranno conferme più solide — sul fronte economico e politico — perché il rimbalzo diventi a tutti gli effetti un nuovo trend. Seguiranno aggiornamenti.
Disclaimer: File MadMar.