Il DoJ (Department of Justice) degli Stati Uniti ha spostato su un altro wallet gli oltre 30 mila Bitcoin sequestrati nell'ambito del famosissimo caso Silk Road. Nell'articolo faremo chiarezza e cercheremo di capire quali ripercussioni ci potranno essere per il re delle criptovalute.
Caso Silk Road - Il DoJ sta per vendere Bitcoin?
In una recente operazione che ha catturato l'attenzione dell'intera comunità delle criptovalute, circa 2 miliardi di dollari in Bitcoin, precedentemente sequestrati dalle autorità degli Stati Uniti e collegati al caso Silk Road, sono stati trasferiti in un nuovo indirizzo.
Silk Road, un marketplace ormai defunto da più di 10 anni, permetteva ai suoi utenti di comprare e vendere beni illeciti, tra cui armi, droghe e informazioni su carte di credito rubate. Le autorità statunitensi hanno arrestato il creatore della piattaforma, Ross Ulbricht, nel 2013. Attualmente, sta scontando due ergastoli senza la possibilità di libertà condizionale.
Questo movimento significativo di fondi è stato identificato per la prima volta il 2 aprile, quando i dati provenienti dalla blockchain hanno rivelato una transazione di prova di 0,001 BTC verso un indirizzo di Coinbase Prime da un portafoglio associato al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Poco dopo, lo stesso portafoglio ha trasferito 30.174 BTC, equivalenti a circa 2 miliardi di dollari al momento del trasferimento, verso un nuovo indirizzo.
Appassionati di criptovalute e investigatori online hanno rapidamente identificato il portafoglio del DoJ come quello contenente i Bitcoin sequestrati da James Zhong, condannato nel 2022 per frode informatica in relazione al caso Silk Road. Zhong aveva sottratto più di 50.000 BTC da Silk Road nel 2012 e questi Bitcoin furono successivamente confiscate dalle autorità in una perquisizione risalente al 2021.
Una possibile vendita da parte delle autorità governative statunitensi non è per nulla impossibile. Infatti nel marzo 2023 avevano già venduto circa 9.861 BTC delle cripto sequestrate da Zhong per un valore di oltre 215 milioni di dollari, lasciando in circolazione circa 40.000 BTC. La transazione del 2 aprile si è verificata in concomitanza con un calo del prezzo del Bitcoin di oltre il 7%, toccando i 65.475 dollari al momento della pubblicazione.
Analisi Tecnica Bitcoin: come fare trading su BTC?
Per i motivi elencati in precedenza, i prossimi giorni potrebbero essere molto movimentati e ricchi di volatilità per il mercato cripto ed in particolare per il Bitcoin. Gli investitori stanno cercando di capire l'entità di una possibile vendita così massiva di bitcoin e che impatto potrebbe avere sul prezzo dell'oro digitale.
Per l'analisi odierna utilizzeremo i livelli operativi dello strumento "Bitcoin" presente nella piattaforma Trive.
Il grafico qui in alto mostra chiaramente la situazione di Bitcoin delle ultime 3 settimane. Un andamento palesemente in range, dove il prezzo è chiuso tra le due macro aree segnalate in giallo sul grafico, in equilibrio tra la zona superiore di 71.000$-72.000$ e quella inferiore a 62.500$-60.500$.
Finchè il prezzo non uscirà da questo range, sarà praticamente impossibile ricavarne un trend rialzista o ribassista ben marcato. Infatti attenderemo la rottura di una di queste due aree, per poterci successivamente posizionare di conseguenza, senza alcun pregiudizio di direzionalità.
L'operatività rialzista sarà presa in considerazione dopo la rottura dei 72.000$ mentre quella ribassista sul Bitcoin verrà considerata dopo la rottura dei 60.500$. Gli stop loss verranno piazzati poco sopra o poco sotto (circa 4-5%) le aree in giallo presenti sul grafico ed i target ad un rischio/rendimento di 1:2, essendo lo strumento di riferimento molto volatile.